Parliamo con i giovani hacker Ekaterina, Miquel e Alexia di YH4F
Si è conclusa la prima edizione del concorso Youth Hacking 4 Freedom. Dopo 5 mesi di codifica, oltre 35 giovani hanno presentato progetti eccezionali. Vi presenteremo tre di loro in questa intervista. Ekaterina, la mente dietro Music Companion, Miquel che ha sviluppato lo Smart Table Assistant e Alexia, la creatrice di un semplice password manager.
Il concorso Youth Hacking 4 Freedom è una gara organizzata dalla FSFE che incoraggia i giovani europei a lavorare su un progetto tecnico personale. Poiché non ci sono limiti alle tipologie di progetti che potrebbero essere presentati e ogni idea tecnica è ben gradita, la prima edizione si è conclusa con un gran numero di progetti differenti e stimolanti, rendendo davvero difficile per i membri della giuria scegliere i sei vincitori. Con tutti quei progetti ben congegnati abbiamo pensato a un modo per evidenziare al meglio lo sforzo e il lavoro che ci è stato messo. Siamo quindi lieti di presentare tre dei concorrenti.
Ekaterina ha 16 anni e attualmente vive nella Repubblica di Cipro. Ha scritto il suo primo programma, Music Companion, proprio per il concorso Youth Hacking 4 Freedom. Poi abbiamo Miquel, che viene dalla Spagna e ha 17 anni. Miquel ha lavorato sul suo Smart Table Assistant e ha avuto una certa esperienza con la programmazione e la sperimentazione prima di aderire al concorso. Studia ingegneria industriale ed è appassionato di nuove tecnologie, imprenditorialità e scoprire cose nuove. Il suo obiettivo è quello di aiutare la nostra società sviluppando progetti in campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM, Science, Technology, Engineering, and Mathematics). Ultima ma non meno importante, siamo lieti di presentare Alexia, che vive a Bucarest, Romania. Anche Alexia ha avuto qualche contatto con la programmazione prima della competizione ed è iscritta in un istituto tecnico.
FSFE: Ciao Ekaterina, Miquel e Alexia. Grazie per essere qui per questa intervista.
FSFE: Prima di iniziare a conoscere i vostri diversi progetti, vorremmo sapere un po' di più sul vostro background tecnico e su come avete iniziato a imparare a programmare.
Alexia: Il primo linguaggio di programmazione con cui mi sono cimentata è stato C++. Mi è stato insegnato nel mio ultimo anno della scuola primaria. Non mi è mai piaciuto tanto quanto ai miei compagni di classe, ma mi ha permesso di imparare altri linguaggi come Python e SQL che sono più applicabili ai miei progetti quotidiani. Sono stata abbastanza fortunata ad avere insegnanti molto appassionati e che ti supportavano durante gli anni di scuola. Mi hanno insegnato tutti i difficili principi della programmazione e mi hanno sempre dato il riferimento ai migliori materiali didattici. Sono stata davvero molto fortunata a questo proposito.
Ekaterina: Il mio primo contatto con la programmazione è stato durante il mio GCSE (General Certificate of Secondary Education) di informatica, che è avvenuto quando abbiamo iniziato a conoscere alcuni concetti di programmazione di base e di codifica in VisualBasic. Più tardi, nel mio livello A di informatica, abbiamo iniziato a conoscere Python, che è stato quando ho iniziato ad imparare la programmazione da sola utilizzando SoloLearn e Stackoverflow.
Miquel: Il mio primo contatto con la programmazione è stato quando avevo circa 12 anni con C++ e Arduino. Già prima mi interessava, ma non ero molto bravo in materia. Mi sono iscritto ad un corso introduttivo per alcuni mesi e poi ho iniziato un processo di autoapprendimento. Mi piace essere in grado di realizzare ciò che immagino, e attraverso la programmazione, la stampa 3D, la progettazione 3D e il desiderio di imparare, alcune cose sono possibili.
FSFE: Miquel, hai lavorato con hardware e hai anche presentato un progetto hardware. Qual è stato il primo progetto hardware su cui hai lavorato? Come e perché hai iniziato a creare nuovi dispositivi?
Miquel: Onestamente, nessuno della mia famiglia è professionalmente impegnato in qualsiasi campo della tecnologia o della programmazione, ma siamo sempre stati molto interessati ad esso. Sin da quando ero piccolo, ho assistito mio fratello e i miei genitori sui loro piccoli progetti e la costruzione della nostra casa. Mi piace lavorare e avere delle sfide. Quando ho cominciato ad addentrarmi di più nel campo della programmazione e della robotica, il mio cervello si è acceso. Da allora ho avuto alti e bassi nella motivazione, ma continuo a intraprendere nuovi progetti..
FSFE: Come e perché ha deciso di aderire a YH4F? E cosa ti è piaciuto di più del concorso?
Ekaterina: Sembrava una grande sfida. Quando ho saputo della competizione dal mio insegnante ero molto impaurita ad iscrivermi. Non avevo abbastanza conoscenza in quel momento per scrivere qualcosa di più complesso di "se questa condizione è vera, allora l'output è questo" e così via. Ma cinque mesi mi sono sembrati abbastanza per imparare la programmazione e scrivere un programma. Come mi aspettavo, verso la fine mi stavo affrettando per ultimare il programma, e 1 settimana prima che il programma fosse finito ricevetti un'e-mail da Alexander Sander nella quale diceva "Non preoccuparti, va bene se non l'hai ancora finito. Mandalo comunque". Questo mi ha tranquillizzato così tanto che l'ho davvero finito e l'ho presentato anche qualche giorno in anticipo. Il supporto era davvero necessario e mi è piaciuto.
Alexia: Ricordo di aver visto un manifesto con dettagli sul concorso fuori dal laboratorio di informatica. Il mio insegnante mi ha incoraggiata a partecipare, così ho deciso di iscrivermi e sfidare me stessa. Ho deciso di fare qualcosa con una GUI dal momento che non ho mai avuto la possibilità di implementarla con il codice che scrivo di solito.
Penso che la cosa migliore di YH4F sia la promozione di alternative di Software Libero a persone che non hanno avuto la possibilità di conoscere i benefici di tali progetti. Uso Software Libero abbastanza frequentemente, soprattutto quando si tratta di sistemi operativi.
Miquel: Ricordo che ero online con un amico, penso che fosse su Twitter, quando ho trovato un annuncio di un concorso di software libero. Mi sono interessato, e ho guardato le informazioni su come partecipare. Dopo molto tempo, quando erano rimasti relativamente pochi giorni prima della fine del periodo di registrazione per il concorso, il mio amico mi ha ricordato di registrarmi. L'ho detto ai miei genitori e finalmente mi sono iscritto.
Questa gara è stata per me veramente meravigliosa. Penso che sia molto bello dare ai giovani l'opportunità di mostrare agli altri ciò che hanno pensato, creato e sofferto nel fare un progetto. Sono stato molto a mio agio durante tutto il processo, i mentori sono stati molto gentili e hanno capito tutto l'impegno. È un piacere condividere questa esperienza con altri che sono interessati alla stessa cosa.
FSFE: Come è uscita l'idea per il tuo progetto? Cosa ti ha spinto a fare il tuo progetto?
Alexia: Ho un sacco di amici che pensano che Internet sia come un parco giochi senza confini dove si è anonimi e intoccabili. Molti di loro hanno subito conseguenze estremamente dolorose a causa di questa convinzione. Anche se stiamo parlando di furti di password o di altri tipi di dati sensibili lasciati non protetti, questo tipo di negligenza spesso porta con sé il peggio.
Ricordo di aver voluto fare uno strumento con lo scopo di sensibilizzare sui pericoli dei dati non protetti, o almeno di provare a prendere un'iniziativa. Ho pensato che avrei potuto avere un impatto nel mia cerchia stretta e ispirare gli altri a proporre idee simili.
Ekaterina: La musica fa parte della mia vita da circa 10 anni, e quindi l'idea mi è venuta in modo spontaneo. All'inizio ho pensato di farlo come un gioco, tuttavia più avanti ho capito che alcune persone non hanno abbastanza conoscenze sulla musica per poterla suonare. È così che è diventato un piccolo "glossario" sulla musica.
FSFE: E cosa ti ha spinto a realizzare il tuo progetto?
Ekaterina: Molto semplicemente, è la stessa partecipazione a questo concorso che mi ha dato la motivazione per realizzarlo. Volevo conoscere di più la programmazione e mettermi alla prova. La gara non solo mi ha dato la conoscenza su come programmare in python, ma anche l'esperienza di imparare sul campo e affrontare da me stessa tali sfide. Music Companion non è un'applicazione molto complessa, ma allo stesso tempo è molto educativa e sono felice che dopo aver applicato la conoscenza che avevo circa la programmazione ho ottenuto un risultato impressionante.
FSFE: E Miquel, come sei arrivato a pensare allo “Smart Table Assistant”?
Miquel: Ho sempre voluto essere in grado di inventare un prodotto che potesse aiutare la società. Poco prima del periodo di registrazione per il concorso di hacking giovanile mia madre non ha potuto più camminare. Ho visto che aveva qualche difficoltà a fare alcuni compiti e ho pensato che un tavolo smart sarebbe stata una grande idea per aiutarla. Lo Smart Table Assistant è destinato a coloro che sono colpiti dalla paraplegia. La paraplegia è una malattia che immobilizza le gambe e il tronco, ma non le braccia. Con questo tavolo intelligente, è possibile ottenere la personalizzazione degli arredi per aiutare le persone con determinate patologie. Ho visto che, con l'occasione del concorso, ho potuto motivare me stesso a sviluppare un progetto di questa scala e quindi migliorare interamente la mia competenza.
FSFE: Ekaterina, il tuo progetto “Music Companion” ha anche vinto un premio al concorso. Pensi che sia importante per le persone comprendere le basi della musica?
Ekaterina: Sì, credo di sì. Ad oggi non ho incontrato persone che in un modo o nell'altro non abbiano mai interagito con la musica o con uno strumento musicale. Ma il numero di studenti nelle scuole di musica sta lentamente diminuendo e questo mi preoccupa un po'. Credo che la musica, soprattutto quella classica, al giorno d'oggi le persone dovrebbero imparare e comprendere la musica piuttosto che ignorarla o considerarla antica.
FSFE: Alcuni di voi hanno incontrato problemi durante il periodo di codifica o di costruzione?
Miquel: Naturalmente, in un progetto di questa dimensione, è molto facile incontrare ostacoli lungo la strada. Credo che la parte più difficile fosse all'inizio. È stato difficile per me iniziare e organizzare tutte le idee per poter creare qualcosa di unico, innovativo ed efficiente. L'intero primo periodo di analisi e acquisizione della conoscenza è stato complesso ma motivante. Dal momento in cui ho iniziato a mettere in pratica le cose, ho cominciato a sentire l'emozione di quando si inizia un viaggio molto lungo. Anche nella programmazione ho trovato alcuni ostacoli, ma me la sono cavata. Mi è piaciuto molto anche il design, ma ho avuto bisogno di un po' di aiuto con l'assemblaggio del robot.
Ho avuto qualche ispirazione per l'estetica del prodotto dalla Sagrada Familia che è una basilica emblematica a Barcellona. Con questo esempio, sono stato in grado di programmare il design e quindi sapere quali funzionalità potessero adattarsi a quell'estetica in modo da poter mantenere tutte le utilità del robot pensato all'inizio.
Ekaterina: Sì, ho affrontato molti problemi. Penso che almeno 5 volte mi sono detta "No, ci rinuncio, non so programmare". È stato davvero stressante all'inizio, perché per 2 mesi ho guardato solamente tutorial su Youtube, e solo dopo ho iniziato la programmazione. Molte volte il codice non funzionava semplicemente perché mancava un simbolo o uno spazio. E vale la pena menzionare che ho imparato strada facendo dal momento che non avevo mai affrontato prima compiti così complessi.
Alexia: Ho sicuramente incontrato un sacco di problemi tecnici, e non ha certamente aiutato il fatto che questo fosse il mio primo “grande” progetto. Non avevo mai lavorato con le interfacce prima, e quindi è stato particolarmente difficile. Non avevo idea di come fare correttamente il design, e praticamente tutto l'impegno è andato su questo aspetto. Ripensandoci, però, gli ho dato decisamente troppa priorità. La gestione del database è stata ancora più frustrante perché non avevo quasi nessuna struttura e, in generale, ho fatto le cose senza metterci completamente la testa. Alla fine, ho finito per metterci più ore per il debug che nello scrivere il codice. Tuttavia, sono grata per l'esperienza che mi è stata offerta assieme a tutte le sue difficoltà.
FSFE: Pensi che continuerai a lavorare sul tuo progetto, e quali potrebbero essere alcuni dei prossimi passi che vorresti fare?
Miquel: Sono contento che mi sia stato chiesto. Facendo riferimento allo Smart Table Assistant, ho dei miglioramenti in mente e sono sicuro che ce ne sono ancora molti altri, ma ho in mente anche altri progetti. Ho appena avuto un'idea di un dispositivo che potrebbe aiutare la riabilitazione o semplicemente massaggiare le persone. Questi massaggi saranno integrati con trattamenti aromatici e l'accensione di luci. Questo dispositivo sarebbe anche per uso domestico e vorrei essere in grado di rendere la sua estetica ancora più bella di questo progetto (S.T.A.), con materiali più industriali e migliori.
Alexia: Sto pensando di riprendere il progetto tra un po' di tempo, insieme alla mia iniziativa originale. Il passo successivo sarà sicuramente la crittografia del database stesso, dal momento che senza di essa l'applicazione non è davvero funzionale. Sto anche pensando di migliorare l'interfaccia, e forse anche passare ad un linguaggio migliore (ho usato Python, ma ad essere onesta non sono stata così soddisfatta del risultato finale). In entrambi i casi, sono felice di averlo realizzato, anche se al momento non è ancora ultimato.
Ekaterina: Penso che cercherò di implementare una libreria per i suoni e forse aumentare il numero di note possibili che potrebbero essere ascoltate, implementare scale e accordi. Tuttavia voglio davvero lasciarlo così come è per ricordarlo come il mio primo programma mai scritto.