"L'interoperabilità del DMA viola i diritti fondamentali” sostiene Apple. La FSFE non è d'accordo. Se anche voi pensate che l'interoperabilità sia fondamentale per la libertà del software, sosteneteci!

Software Libero

Standard aperti

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Gli Standard Aperti sono il fondamento della cooperazione nella società moderna. Essi consentono alle persone di condividere liberamente tutti i tipi di dato, evitano la dipendenza ed altre barriere artificiali all'interoperabilità, promuovono la scelta fra fornitori e soluzioni tecnologiche. Gli Standard Aperti sono implementabili con Software Libero, perciò forniscono piena concorrenza al mercato. La FSFE sostiene la concorrenza leale, l'interoperabilità delle soluzioni, e la scelta per i consumatori. Gli Standard Aperti sono un prerequisito necessario per garantire queste libertà.

Cos'è uno standard tecnico?

Uno standard tecnico è un insieme di regole stabilite di comune accordo relativamente a sistemi tecnici. Di solito esso è documentato in una cosiddetta "specifica standard" che descrive come organizzare le informazioni in modo coerente affinché la specifica possa essere compresa ed utilizzata da più applicazioni indipendenti. Gli standard che sono impiegati per la memorizzazione dell'informazione sono chiamati "formati", e quelli che sono utilizzati per la trasmissione dell'informazione sono chiamati "protocolli".

Uno standard stabilisce una base comune che fornisce strumenti per l'interoperabilità e la concorrenza. Agli antipodi della standardizzazione c'è il monopolio: gli utenti di un prodotto o di un servizio possono interoperare solo con gli utenti dello stesso prodotto o dello stesso servizio. Gli standard sono invece usati per favorire la concorrenza per il bene comune.

Gli standard possono essere vantaggiosi anche per l'innovazione, consentendo a tutti gli attori del mercato di innovare basandosi su di essi, e consentendo di costruire i propri servizi affinché questi ultimi continuino a sostenere gli standard.

Perché gli Standard Aperti?

Il problema sorge quando uno standard è di proprietà di un singolo attore del mercato che usa la propria posizione per controllare lo sviluppo futuro dello standard, o tenta di manipolarlo attraverso politiche di licenza per escludere o favorire alcuni specifici gruppi di attori. In questo caso la standardizzazione è usata per scopi opposti alla promozione della concorrenza e dell'interoperabilità.

La piena concorrenza nel mercato è quindi assicurata dagli standard che sono aperti. Poiché gli Standard Aperti sono liberamente disponibili senza alcuna restrizione, essi consentono alle tecnologie standardizzate di essere usate in prodotti e servizi, senza alcun vantaggio a priori goduto in virtù dell'essere proprietari dello standard. Come conseguenza l'accesso alle tecnologie standardizzate è possibile per tutti gli attori del mercato indipendentemente dal loro modello di business.

Cos'è uno standard "aperto"?

Gli Standard Aperti devono poter essere implementabili con Software Libero. Se uno standard non è conforme ai seguenti criteri, non può essere chiamato "aperto" perché discriminatorio nei confronti del Software Libero.

Uno Standard Aperto si riferisce ad un formato o protocollo che è:

  1. soggetto a valutazione pubblica completa, e ad utilizzo senza vincoli in modo equamente disponibile a tutte le parti;
  2. senza alcuna componente o estensione che abbia dipendenze da formati o protocolli a loro volta non conformi alla definizione di Standard Aperto;
  3. libero da clausole legali o tecniche che limitino il suo utilizzo da parte di qualsiasi soggetto o da qualsiasi modello di business;
  4. gestito e successivamente sviluppato in modo indipendente da qualsiasi fornitore unico, in un processo aperto alla partecipazione paritaria di concorrenti e di terze parti;
  5. disponibile in molteplici implementazioni complete ad opera di fornitori concorrenti, o come una implementazione completa equamente disponibile a tutte le parti.

In questo modo lo standard garantisce che la tecnologia sia accessibile a tutti, indipendentemente dal modello di business, dalla dimensione, o da una serie di diritti esclusivi.

Perché uno standard dovrebbe essere minimalista?

Lo scopo di uno standard è quello di fissare una base tecnologica comune consentendo la mutua interazione fra applicazioni differenti. Con sempre più dati memorizzati digitalmente, la cosa più importante è garantire la loro portabilità fra applicazioni diverse. Questo è il motivo per cui è essenziale assicurare che il formato scelto per memorizzare digitalmente i propri dati sia accessibile da molteplici applicazioni, indipendentemente dal fornitore o dalla soluzione tecnologica.

Questo è il motivo per cui lo standard deve non solo essere aperto, ma anche "minimalista", allo scopo di risolvere in modo adeguato un problema tecnico, consentendo l'esistenza del maggior numero possibile di implementatori. In altre parole c'è la necessità di valutare quanto uno standard riesca a bilanciare l'equilibrio fra l'essere il più semplice possibile e l'essere complesso quanto basta.

Standard sovraccaricati con molteplici funzionalità inutili danno al suo fornitore un vantaggio: è più difficile per un altro implementatore leggere il formato in modo adeguato, così il cliente è forzato a rimanere vincolato (lock-in) al fornitore. In aggiunta, gli standard gonfiati con funzionalità raramente utilizzate lasciano backdoors e vulnerabilità delle quali i pirati informatici potrebbero avvantaggiarsi.

Standard che è implementabile come Software Libero

Implementazione di riferimento

Per gli standard software il vero standard è definito sia attraverso la specifica formale sia da una sua effettiva implementazione. Procurarsi la sola specifica formale spesso non è sufficiente per implementare lo standard di un sistema digitale complesso. La conoscenza dell'esistenza di una implementazione dello standard, da parte di qualsiasi azienda desiderosa di implementarlo, può essere utile tanto quanto la specifica formale, poiché aiuta ad evitare il lungo processo prova-sbaglia-riprova necessario per risolvere ambiguità nella specifica formale.

Perciò affinché uno standard sia sufficientemente "aperto", l'apertura deve riguardare sia la specifica che l'implementazione.

Conseguentemente per le implementazioni aperte è economicamente più vantaggioso pubblicare le implementazioni di riferimento sotto una licenza Software Libero. Ciò consentirà all'implementazione di riferimento di essere liberamente disponibile ed anche le consentirà di fungere da specifica formale senza il processo istituzionale di impostazione di uno standard.

Brevetti negli standard

Qualche volta la specifica dello standard comprende soluzioni tecniche che sono necessarie per implementare lo standard. Queste soluzioni tecniche possono essere protette da brevetti. Chiunque volesse mai adottare ed implementare lo standard dovrebbe, pertanto, acquisire le opportune licenze dal detentore del brevetto.

L'industria ha escogitato varie pratiche di licenza allo scopo di superare il problema di brevetti necessari all'implementazione dello standard, per esempio termini come: "royalty-free" (RF) - gratuito -, o l'alternativo "fair, reasonable, and non-discriminatory" (FRAND) - leale, ragionevole, e non discriminatorio. I termini FRAND sono incompatibili con il Software Libero. Inoltre, a causa del fatto che i FRAND sono solitamente tenuti segreti, è impossibile provare se il termine imposto sia oggettivamente "leale" o "non discriminatorio". Di conseguenza FRAND può essere usato come uno strumento per manipolare il processo di standardizzazione per escludere la concorrenza.

Se da un lato le licenze RF vertono solamente sui criteri del pagamento dei diritti di brevetto, dall'altro esse non affrontano altre restrizioni che potrebbero frapporsi all'adozione ed implementazione di uno standard come Software Libero. A questo riguardo le politiche di licenza nella standardizzazione di tecnologia brevettata devono essere compatibili con il più vasto palco di attori sul mercato, poiché lo scopo della standardizzazione è quello di promuovere la concorrenza e consentire l'innovazione che si basa su di esso.

Da notare che difficilmente un qualsiasi nuovo sistema ICT è costruito senza ricorrere al Software Libero, e l'esclusione dalla standardizzazione di aziende che basano i loro prodotti sul Software Libero può intralciare significativamente l'innovazione. Perciò la licenza appropriata per standard che necessitano di brevetti è quella che non applica alcuna restrizione all'implementazione dello standard con Software Libero, per esempio "libere da restrizioni", in conformità alla definizione di Standard Aperto.

Cosa puoi fare?

Come cittadino

    Insisti sugli Standard Aperti: non permettere al tuo governo, università, datore di lavoro o amministrazione pubblica locale, di costringerti all'uso di formati vincolati (locked down).

Come politico

  • Promuovi politiche che assicurino in concreto concorrenza ed innovazione nella standardizzazione, per esempio Standard Aperti minimalisti implementabili con Software Libero.
  • Promuovi politiche di licenza che siano basate sui termini "libero da restrizioni" allo scopo di consentire l'adozione più vasta possibile degli standard, e di consentire la loro implementazione da tutti gli attori del mercato.
  • Preferisci l'uso di Standard Aperti negli appalti pubblici e nello sviluppo software allo scopo di incrementare l'interoperabilità di tutte le soluzione software impiegate nel settore pubblico.

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