Lettera aperta alla Commissaria Kroes
Cara Commissaria Kroes,
in merito all'investigazione antitrust condotta da DG COMP contro Microsoft, ha fatto sapere di voler chiudere al più presto un certo numero di casi aperti. Questo include un'investigazione in corso sulla pratica di Microsoft di legare il proprio browser Internet Explorer al proprio sistema operativo, ed un reclamo pendente sul continuo fallimento di Microsoft a condividere informazioni per l'interoperabilità dei propri programmi desktop con i concorrenti.
In Free Software Foundation Europe (FSFE), abbiamo a lungo seguito il suo eccellente lavoro al Direttorato per assicurare competizione in Europa. Abbiamo partecipato come terze parti interessate nel caso della Commissione contro Microsoft sull'interoperabilità nel mercato dei worgroup server. Oggi, FSFE è una terza parte interessata nel procedimento della Commissione contro Microsoft basato sul reclamo di Opera contro la pratica di legare Internet Explorer al sistema operativo Windows. Abbiamo anche seguito da vicino tutti i progressi riguardanti il reclamo inoltrato da ECIS sul rifiuto di Microsoft a condividere informazioni per l'interoperabilità su un certo numero di applicazioni desktop.
E' nostra opinione che il DG per la Competizione abbia fatto uno splendido lavoro in tutti questi casi. Le stiamo scrivendo oggi per esprimere il nostro timore sulle conseguenze che un patteggiamento non sufficientemente forte in questi casi potrebbe avere sul mercato Europeo del software. Siamo del parere che i termini per il patteggiamento che Microsoft ha offerto nel Luglio di quest'anno non siano un effettivo rimedio contro la posizione dominante della compagnia nel mercato Europeo del desktop software.
Abbiamo pubblicato un'analisi dei punti più importanti affinché le misure antitrust siano efficaci. Vorrei richiamare la sua attenzione su questa pubblicazione:
Come lì dichiarato, i nostri dubbi principali nel caso dei browser sono i seguenti:
- Sia per Microsoft sia per OEMs deve essere richiesta la pre-installazione di browser concorrenti sui computer desktop, nel caso i produttori lo richiedano
- La schermata di scrutinio proposta dovrebbe essere un'applicazione nativa di Windows, non dovrebbe dare preferenze a Internet Explorer né implicitamente né esplicitamente, e deve fornire un facile modo di rimuovere Internet Explorer dal sistema. I browser alternativi scelti dagli utenti devono integrarsi nel sistema nello stesso modo di Internet Explorer.
- La selezione dei browser sulla schermata di scrutinio deve usare criteri chiari e trasparenti. Le quote di mercato non possono essere l'unico criterio, dato che congelerebbero il mercato nello stato odierno. Invece, il tasso di crescita nelle quote di mercato e la disponibilità su diverse piattaforme dovrebbero essere criteri chiave.
Nonostante la Commissione non abbia ancora aperto una procedura investigativa sul rifiuto di Microsoft a condividere informazioni per l'interoperabilità con i concorrenti, si sta cercando un patteggiamento anche su questa questione. Ancora, FSFE ha analizzato l'impegno proposta da Microsoft sull'interoperabilità e lo ha trovato insufficiente per stabilire reale competizione nel mercato Europeo del software desktop.
E' importante sottolineare come in molti casi, i concorrenti più forti alle applicazioni desktop di Microsoft sono Software Liberi. OpenOffice è un caso calzante, dato che costituisce la più diffusa alternativa a Microsoft Office. Perciò consideriamo essenziale che qualsiasi patteggiamento sull'interoperabilità si assicuri che il Software Libero possa usare le informazioni fornite da Microsoft per competere su basi eque.
Sull'interoperabilità, i nostri dubbi sono:
- Deve essere richiesto a Microsoft di fornire informazioni per l'interoperabilità sia in forma royalty-free o in un pagamento singolo. Le royalty continue sono incompatibili con il Software Libero. L'accordo PFIF , che è risultato dal caso Samba, rappresenta un esempio funzionante e testato di tale accordo.
- Microsoft deve fornire un'assicurazione legalmente vincolante di non esercitare quei brevetti che sono in relazione con le informazioni per l'interoperabilità contro il Software Libero. La mancanza di tale assicurazione permetterebbe alla compagnia di utilizzare Fear, Uncertainty and Doubt (FUD) (n.d.tr. Paura, Incertezza, Dubbio) per scoraggiare i concorrenti dall'utilizzo delle informazioni per l'interoperabilità, rendendo il rimedio inefficace.
In entrambi i casi, riteniamo che un patteggiamento efficace sia di gran lunga preferibile ad una che sia velocemente raggiunto, ma che manchi della forza di stabilire competizione nel mercato Europeo dei software desktop.
Vorremmo ringraziarla per considerare questi punti, e speriamo che possa trovare utile questa analisi. Ovviamente, restiamo disponibili a fornire ulteriore supporto.
Cordiali Saluti,
Karsten Gerloff
Presidente, Free Software Foundation Europe