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Policy Open Source UE: buona analisi, ma manca concretezza nei passi da fare

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La Commissione UE ha pubblicato la sua nuova strategia Open Source. Siamo soddisfatti che abbia riconosciuto i benefici del Software Libero e le quattro libertà di usare, studiare, condividere e migliorare, ma purtroppo non ha fornito indicazioni e obiettivi concreti. Senza questi, siamo preoccupati che la strategia porti a pochi risultati!

Abbiamo atteso tre anni per una nuova strategia Open Source della Commissione Europea, dopo che la precedente è terminata nel 2017. Invece di uno sperato passo in avanti, che riflettesse i recenti sviluppi sul dibattito della piena autonomia digitale e sullo stato dell'arte dell'amministrazione, la Commissione ha presentato solo una foglia di fico. Sono stati pienamente evidenziati i benefici del Software Libero e la Commissione ambisce ad utilizzare nel futuro il Software Libero. Ma ci sono pochissimi obiettivi concreti, e manca un chiaro impegno ad utilizzare il Software Libero. È prevedibile un fallimento della strategia già in questa fase, dal momento che gli obiettivi sono ambiziosi ma le misure adottate non fanno altro che confermare lo status quo. Per questi motivi, abbiamo richiesto alla Commissione che vengano presentate e implementate misure e attività concrete nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Una foglia di fico
La Commissione Europea ha presentato solo una foglia di fico

A parte la creazione di un "piccolo (sic!) programma Open Source per l'ufficio" e la definizione e promozione di un approccio a "sorgente interno", che non è nemmeno connesso alla pubblicazione con una licenza di Software Libero, non ci sono reali cambiamenti nel metodo di lavoro della Commissione. La strategia infatti dichiara: "Il titolo di questa strategia, ‘Pensa Aperto’, punta ad un cambiamento nel modo di pensare per cui lo sviluppo di soluzioni software tiene conto di trasparenza, condivisione e riutilizzo, sicurezza, privacy, considerazioni legali e accessibilità". Ma è molto discutibile che qualcosa possa accadere semplicemente chiarificando il cambiamento nel modo di pensare, senza avere obiettivi verificabili e lavorando su software con "sorgente interno". Noi riteniamo che debbano essere implementati e praticati dei cambiamenti, e non che vengano messi solo per iscritto.

La strategia ripete principalmente i precedenti impegni ed attività, mentre approcci sostenibili e verificabili sono cercati invano. La strategia dice: "L'utilizzo di software open source è già una prassi comune nella Commissione, e una certa cultura open source esiste già in molte parti dell'organizzazione. Dobbiamo semplicemente fare di più e meglio". Non sono però chiari i termini concreti di come fare di più e meglio. Sono anche indicate le attività del progetto FOSSA2, ma non è chiaro perché questo progetto non venga portato avanti o perché non siano stati lanciati nuovi concreti progetti. Permangono ancora stringenti dipendenze da Microsoft, per quanto riguarda il suo sistema operativo, le applicazioni office e i programmi per le mail. Queste dipendenze dai fornitori rimangono sempre un grosso problema, ma sembra che non ci sia attualmente alcun piano su come uscirne (su questo c'è anche un documentario su YouTube in inglese e tedesco).

È anche sconcertante che manchino indicazioni e misure concrete per il successo delle varie attività. La strategia sembra quindi essere fondata solo sulle parole, che sono esplicitamente limitate a vaghe formulazioni e scappatoie. Ad esempio, la Commissione intende continuare "a scegliere tecnologie chiuse dove ci sono buone ragioni per farlo" e vuole pubblicare il software con una licenza di Software Libero solo "dove ha senso farlo". Non è chiaro ed è un mistero quali siano queste ragioni e quando ha senso fare qualcosa.

In molti passaggi la Commissione lascia l'interpretazione a descrizioni questionabili come: "I principi e le azioni della nuova strategia open source renderanno più semplice ottenere il permesso di condividere il codice con il mondo esterno". Allo stesso tempo, è chiaro alla Commissione che "attualmente, il lavoro di documentazione di questo processo deve essere ancora completato e questo ferma molti dei nostri progetti interni. La situazione ha bisogno di essere cambiata" - senza che vengano proposte soluzioni concrete, come una proposta di riforme.

Questo solleva anche la domanda di come la Commissione voglia "contribuire alla società della conoscenza" in termini pratici. Ad esempio, invece di richiedere che il Software Libero venga reso la scelta predefinita nel programma di ricerca Horizon Europe e nelle conseguenti attività di programma e ricerca finanziate dall'UE, la Commissione argomenta che "questa strategia mira quindi a permettere alla Commissione di condividere il software utilizzando un processo comparabile a quello per i propri documenti" - ancora senza una concreta proposta di come raggiungere questo obiettivo.

Benché le parole della Commissione sulle possibilità di interoperabilità, di sicurezza, di riusabilità e di cooperazione continuino a mirare all'utilizzo del Software Libero ed enfatizzino ripetutamente i vantaggi del Software Libero, ci sembra che la strategia manchi di concreti programmi per raggiungere questi scopi. Rimane questionabile come possa avere successo lo sviluppo di un "servizio pubblico di classe mondiale" con queste premesse. Il Software Libero non fa ancora parte del budget UE, e quindi non può sorprendere che i meeting online della Commissione si tengano ancora con il software proprietario Zoom benché per lo stesso scopo siano disponibili concrete soluzioni di Software Libero. Con questo approccio, temiamo che questa situazione non possa migliorare.

Conclusione

Quello che la Commissione Europea ha presentato è semplicemente troppo poco per una strategia. Mancano chiare descrizioni delle attività e dei processi, linee guida concrete per l'implementazione di dichiarazioni e indicazioni senza riserve per monitorarne il successo. In aggiunta, non vengono menzionati i problemi esistenti, come la dipendenza dai singoli fornitori, e come affrontarli in modo concreto. Non deve quindi sorprendere che anche la stessa Commissione, nel documento, esprima dubbi su dove la sua strategia potrà avere successo, e identifichi difficoltà nell'implementazione: "Dove propriamente implementata (sic!), la strategia, i suoi principi di base e il suo piano d'azione ci aiuteranno a costruire e distribuire soluzioni e servizi ICT migliori, per avvantaggiarsi del potere innovativo e collaborativo dell'open source".

È quindi di fondamentale importanza continuare a monitorare criticamente il lavoro della Commissione e promuovere la nostra compagna "Denaro pubblico? Codice pubblico!". L'iniziativa "Denaro pubblico? Codice pubblico!" mira a stabilire il Software Libero come standard per il software finanziato pubblicamente. Le pubbliche amministrazioni che seguono questo principio possono beneficiare di numerosi vantaggi: la cooperazione con altri enti governativi, indipendenza dai singoli fornitori, potenziale risparmi sulle tasse, promozione dell'innovazione e una base più solida per la sicurezza informatica.

L'iniziativa "Denaro pubblico? Codice pubblico!" della Free Software Foundation Europe è sostenuta da oltre 180 organizzazioni e amministrazioni di diversi paesi, tra cui Svezia, Spagna e Germania. Per saperne di più, visita: publiccode.eu/

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