L'Unione Europea deve assicurare il nostro diritto di riparazione del software
Abbiamo dato un riscontro alla consultazione UE sulla "Etichettatura energetica di telefoni cellulari e tablet". L'accesso all'hardware, la possibilità di sostituire il sistema operativo del dispositivo e la pubblicazione del codice sono elementi chiave per far durare più a lungo i telefoni.
A dicembre 2020 è stata aperta la consultazione UE sulla "Etichettatura energetica di telefoni cellulari e tablet" per l'invio di commenti, e il 27 gennaio 2021 la FSFE ha inviato il suo contributo. La consultazione è parte dell'attuale revisione della regolamentazione sulla progettazione ecocompatibile, che mira ad assicurare che:
- i telefoni cellulari e i tablet siano progettati per essere energicamente efficienti e per durare
- i consumatori possano riparare, aggiornare e mantenere in modo semplice questi dispositivi
- vengano forniti modelli di economia circolare con possibile riuso e riciclo dei dispositivi.
La FSFE ha risposto a questa iniziativa.
L'utilizzo del 90% o più delle risorse complessive e del consumo energetico durante il tempo di vita utile degli attuali smartphone e tablet avviene durante la loro produzione e il loro trasporto, mentre il tempo in cui vengono utilizzati incide sul consumo per meno del 10%. Prolungare la vita utile di telefoni cellulari e tablet (di seguito indicati entrambi come “telefoni”) è quindi l'elemento chiave per abbassare il loro impatto ambientale.
Quando un'azienda produttrice interrompe il supporto software di vecchi dispositivi, l'utente non è più nella condizione di poter utilizzare il dispositivo senza rischi di sicurezza. L'hardware è comunque ancora utilizzabile. Questa è l'obsolescenza programmata, una pratica che influenza il software. Il problema viene creato artificialmente dai produttori per aumentare le vendite di nuovi telefoni invece di permettere ai consumatori di continuare ad utilizzare quelli vecchi.
Una soluzione al problema sarebbe quella di obbligare i produttori a garantire un minimo tempo di supporto per gli aggiornamenti di sicurezza. Ma sarebbe ancor più utile sul lungo termine imporre l'obbligo di pubblicare il codice con una licenza di Software Libero se il supporto per la sicurezza non viene o non può più essere fornito.
Occorre anche ricordare che i produttori impediscono agli utenti di riparare il proprio dispositivo. Gli impedimenti includono accorgimenti tecnici, ad esempio bloccando il bootloader, e misure legali, ad esempio minacciando di invalidare la garanzia nel caso venga incisa una custom ROM sul proprio dispositivo.
La Commissione deve assicurare a ciascun cliente i pieni diritti del proprio hardware, inclusi l'accesso al bootloader e la possibilità di sostituire il sistema operativo a piacimento. Senza l'obsolescenza programmata, gli smartphone possono durare più a lungo e i dispositivi possono essere riutilizzati. Rispettare il diritto di riparazione dell'utente è una soluzione sostenibile. Riparare i nostri dispositivi invece di comprarne di nuovi è un comportamento rispettoso dell'ambiente.
Per concludere, queste decisioni possono dare un importante beneficio finanziario alle piccole imprese e all'industria tecnologia europea. Offrire al consumatore il diritto del proprio hardware e prolungare la sua vita utile con servizi forniti da terze parti aiuterà ad aprire un settore attualmente dominato fortemente da aziende monopoliste extra europee.