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20 anni di FSFE: intervista con Georg Greve, il presidente fondatore

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Nel 2021 la Free Software Foundation Europe compie 20 anni. Per questa occasione, con diverse pubblicazioni, vorremmo festeggiare la nostra comunità e chi ci ha accompagnato nel passato o ancora tutt'oggi. Nella nostra prima pubblicazione guardiamo a quando tutto è cominciato e intervistiamo il primo presidente della FSFE, Georg C. F. Greve.

È stato Georg Greve a fornire nell'aprile del 2001 al notaio di Amburgo, in Germania, tutti i documenti necessari per registrare ufficialmente l'associazione "Free Software Foundation Europe". Che è stato solo l'ultimo passaggio ufficiale dopo molte settimane di preparazione e di incontri strategici fatti in precedenza. Chiaramente, contestualmente alla registrazione ufficiale, Georg Greve divenne il primo presidente dell'appena fondata FSFE e ha guidato l'organizzazione a tempo pieno fino a giugno 2009. Il 18 dicembre 2009 Georg Greve è stato premiato con la medaglia per la croce al merito dalla Repubblica Federale Tedesca per questi anni di lavoro e per i risultati raggiunti a riguardo del Software Libero e degli standard aperti.

Dopo 20 anni intervistiamo Greve su come è nata la FSFE, dei suoi primi giorni in ufficio e di come poi la stessa si è evoluta.

Intervista con il presidente fondatore Georg Greve

FSFE: Puoi raccontarci come tutto è iniziato: quando e perché è venuta l'idea di creare la FSFE e come si è arrivati da quell'idea alla registrazione ufficiale nell'aprile del 2001?

Georg Greve: Essendo sempre stato affascinato dalla tecnologia e dalla sua capacità di dare forma alla nostra vita quotidiana, ebbi l'occasione di essere coinvolto nel Progetto GNU intorno al 1995 quando Richard Stallman scoprì un piccolo programma scritto da me. Alcuni anni più tardi, mentre scrivevo il "Brave GNU World", divenne chiaro per vari motivi che avevamo bisogno di qualcosa come la FSFE. Da una parte, lo scenario europeo del Software Libero stava diventando molto forte, forse addirittura dominante ai tempi. Ma la sua cultura e i suoi approcci non ebbero molto successo nella maggior parte delle organizzazioni USA.

Primo piano di Georg Greve, presidente fondatore della FSFE

Forse, ancor più importante, c'era una evidente crescente disconnessione tra l'analisi sulla quale le organizzazioni USA era state costruite, e la realtà dell'adozione e l'uso della tecnologia. Il mondo evolve molto rapidamente, con la conseguenza che una risposta perfettamente in linea due anni fa potrebbe essere completamente fuori posto oggi. I principi non cambiano, ma la rapidità nel cambiamento impone che le nostre risposte alle sfide odierne basate su quei principi debbano talvolta evolvere altrettanto rapidamente. Sentii che avevamo bisogno di una organizzazione più dinamica e che si evolvesse più di quello che avevo visto sino ad allora. Una organizzazione che potesse accettare e vivere i cambiamenti, e una che potesse far uscire continuamente le risposte giuste in "tempo reale".

Per far partire la FSFE, chiesi quindi aiuto a Richard che mi mise in contatto con un paio di persone fidate e fu egli a pensare alle attività per creare la prima Free Software Foundation al di fuori degli USA. Dopo un paio di mesi iniziammo a discuterne prima internamente e più tardi lanciammo l'idea in pubblico. Successivamente tutto avvenne molto rapidamente e ci vollero solo pochi mesi per far decollare l'organizzazione.

Come sono stati i primi mesi e i primi anni di lavoro e di pressione come associazione della società civile paneuropea che non era mai esistita prima e che allo stesso tempo era nata con una sorta di eredità storica da una preesistente comunità di Software Libero? Quando hai avuto la certezza che la FSFE sarebbe durata a lungo?


I primi anni furono piuttosto caotici. Divenne da subito evidente che l'organizzazione aveva bisogno di qualcuno che si dedicasse a tempo pieno alle attività. Gli altri pensarono che io fossi la persona giusta per questo lavoro, ed io mi sarei pentito se non fossi riuscito a fare del mio meglio. Quindi, nel mio piccolo monolocale in Amburgo, iniziai a lavorare a tempo pieno per la FSFE, un'organizzazione che cominciava a conquistare alcuni sostenitori importanti, ma che era ancora lontana dall'essere capace di fornire un normale stipendio.

Georg Greve parla al raduno contro i brevetti software durante il Linuxtage Berlin 2004. CC-BY Hans Joachim-Baader

L'esistenza dell'associazione in questo periodo iniziale è stata minacciata praticamente ogni settimana, e più di una volta ci è sembrato di aver fatto il passo più lungo della gamba. Tra la richiesta di Microsoft nella quale pretendeva che noi pagassimo le loro spese di lite nel caso europeo di antistrust, che fortunatamente la corte ha respinto, e la lotta con coloro che ritenevano dovessimo avere un approccio più "canonico" e seguire semplicemente il leader, il tempo trascorso è stato pieno di momenti intensi. Ma è anche stato molto educativo.

Fin dall'inizio ho avuto il privilegio di avere al mio fianco persone veramente eccezionali e negli anni ne ho conosciute molte altre altrettanto in gamba.

E abbiamo semplicemente creato il nostro "foglio d'istruzioni" per i diversi argomenti, incluso come costruire il supporto per Software Libero in molte industrie tradizionali, nei governi nazionali e anche per la Commissione Europea e le Nazioni Unite. È stato un lavoro molto impegnativo, svolto spesso di notte, e carico di complessità. Ma è anche stato molto gratificante perché piccoli aggiustamenti a questa enorme leva possono portare a profondi cambiamenti.

Questi anni possono quindi essere descritti in molti modi, ma sicuramente non furono annoianti, e fin dall'inizio ho avuto il privilegio di avere al mio fianco persone veramente eccezionali e negli anni ne ho conosciute molte altre altrettanto in gamba.

E quando mi sono convinto che la FSFE potesse avere un futuro? Probabilmente quando sono uscito e l'organizzazione ha continuato a funzionare e crescere. Mi sembra che questa sia stata la prova di essere riuscito a costruire un'organizzazione che non dipendesse solo da me e che potesse sopravvivere alle mie dimissioni. Questo era quello che ci eravamo imposti nel 2001, e nel 2009 fu chiaro che quell'obiettivo era stato raggiunto.

Quali risultati ottenuti dalla FSFE durante la tua presidenza vorresti sottolineare?

Ci sono stati moltissimi momenti speciali da evidenziare che mi vengono in mente. Mi è rimasto impresso quando la Corte di Giustizia Europea ha sentenziato in nostro favore. Insieme a Jeremy Allison e Carlo Piana ci siamo trovati nell'hotel a fare un podcast per Groklaw. Credo che l'emozione di quei momenti fosse piuttosto evidentemente. E anche la prima volta che parlammo alle Nazioni Unite e altri partecipanti ripresero le nostre posizioni. Ci sono così tanti momenti da evidenziare, grandi e piccoli, fino al saluto in Spagna, profondamente toccante.

Alla fine, la cosa più importante di qualsiasi altra sono le persone. Si diventa profondamente umili quando qualcuno sottrae tempo dalla propria vita per spenderlo in un fine settimana in una città aiutando ad allestire lo stand, o in un innumerevole numero di ore per parlare con le persone e rispondere alle domande. E anche tutte le piccole attività che presumibilmente le persone hanno fatto, fosse anche "solo" tradurre una singola pagina web.

È questo supporto e la consapevolezza di lavorare insieme per un obiettivo comune che salta agli occhi più di ogni altra cosa.

In tutti gli anni in cui sei stato presidente, cosa hai apprezzato maggiormente dell'associazione e della sua comunità?

Secondo me la cosa più evidente di ogni altra è probabilmente la passione e la convinzione della comunità. È l'atmosfera speciale di un gruppo relativamente piccolo che condivide un obiettivo comune, anche se talvolta potrebbe non sembrare così. Ci sono molte opinioni diverse. La tecnologia è uno strumento universale, e quindi le persone nella comunità del Software Libero sono un sottoinsieme naturale di una società molto variegata che talvolta ha opinioni un po' diverse a riguardo dei fondamenti della vita.

Molta operatività durante la primissima Assemblea Generale della FSFE, il 6 maggio 2001. Foto CC-BY-SA 4.0 di Peter Gerwinski.

Così abbiamo avuto fan di Berlusconi - che oggi sarebbero probabilmente fan di Trump - che stavano seduti accanto a degli ex-comunisti per discutere costruttivamente di cosa fosse necessario affinché il Software Libero avesse successo in tutta la società. Ai tempi ci fu quindi bisogno di una grande dose di tolleranza e di buon senso per evitare argomenti che avrebbero solo diviso il gruppo e distratto dalla missione per cui la FSFE fu fondata, che riguarda unicamente la libertà del software.

Secondo me la cosa più evidente di ogni altra è probabilmente la passione e la convinzione della comunità.

Ci sono sempre stati tentativi di appropriarsi del Software Libero da parte di certe correnti politiche della società. Ma ci siamo sempre sforzati affinché il gruppo non venisse troppo influenzato da nessuna parte o movimento sociale e abbiamo cercato il giusto equilibrio contattando attivamente la parte opposta dello spettro politico nella misura in cui questa fosse chiaramente guidata di pensieri razionali, dal metodo scientifico e da principi democratici. Anche questo non è stato per nulla facile e quasi mai le cose sono in bianco e nero, ma il risultato è stato una comunità molto ricca di opinioni e prospettive.

Credo fermamente che sia salutare confrontarsi con opinioni che altrimenti non potresti trovare nella tua cerchia sociale e rinchiuso nella tua bolla.

Guardando indietro, qual è la cosa più importante che hai imparato lavorando alla FSFE?

Il tempo trascorso con la FSFE è stato benedetto con molte eccellenti esperienze ed opportunità. Quando lavori con un incredibile numero di persone estremamente brillanti appartenenti a così tante diverse culture è praticamente impossibile non imparare qualcosa ogni giorno. E sebbene abbia imparato molto a riguardo della tecnologia, molto di ciò che ho appreso è stato in campo politico, nelle scienze sociali, in economia ma anche come sviluppo personale. Ho studiato fisica perché la ritenevo la migliore base per i miei ideali di educazione scientifica universale che stavo cercando. Da che ne ricordi, capire cosa fa girare il mondo è sempre stata la mia passione.

La lezione più importante è forse la più semplice. Non c'è quasi limite a ciò che può essere raggiunto quando c'è attualità, tempestività e attenzione. Anche se potrebbe apparire come un luogo comune, la vera sfida sta nell'applicarle concretamente. Ci sono così tante buone cose per cui vale la pena dedicarsi che è estremamente facile distrarsi. Allo stesso tempo, l'attualità è una funzione del mondo che ci circonda e, dal momento che il lavoro richiede tempo, è una funzione del mondo di domani, non del mondo che stiamo vedendo oggi. Ma avere uno sguardo troppo proiettato al futuro potrebbe farti esaurire l'energia, la pazienza o il sostegno prima che questo cambiamento possa avvenire.

E, ad essere del tutto onesti, sto ancora cercando di imparare come applicare questa lezione a me stesso.

Volker Dormeyer, Werner Koch, Marcus Brinkmann e Georg Greve (da sinistra a destra) allo stand "FSF Europe" nel 2001 durante il FOSDEM. (CC-BY-ND 3.0 by Oliver Berger/Free Software Foundation)

E qual è la cosa che ti fa ancora ridere o sorridere quando la ricordi?

Sono stati anni incredibili, e abbiamo riso un sacco.

Come quando kyrah si presentò al mattino alla Assemblea Generale di Vienna e ci raccontò di aver sognato che Reinhard mangiava uno dei membri dell'assemblea, solo per ricordarmi che era assolutamente vietato farlo. Chiaramente era stata traumatizzata dalla notte precedente quando Reinhard si era mangiato gli enormi Schnitzels di ciascuno - un fatto che gli ha fatto guadagnare il titolo onorario di "Schnitzelmonster". Secondo il suo vero stile, Reinhard ha portato questo titolo con dignità, che è anche diventato una canzone leggendaria che verrà cantata insieme negli anni a venire.

Ci sono stati tantissimi momenti in cui ci siamo sbellicati dalle risate. Con il senno di poi, credo che sia stata la nostra capacità di ridere assieme che ha reso questo tempo così speciale. Black humor, non prendersi mai troppo sul serio e una buona dose di autoironia erano certamente sempre apprezzate e credo che esse siano virtù anche oggi.

Come ultima domanda: cosa auguri alla FSFE per i prossimi 20 anni?

È mia personale convinzione che le persone debbano reinventare sé stesse in qualche modo ogni 10 anni o giù di lì. Per le organizzazioni il tempo è di circa 20 anni. La FSFE fu fondata quando la FSF era vicina al 20º anniversario. È stato un ringiovanimento venuto da fuori. Il mio augurio è che la FSFE sia capace di ringiovanirsi dal proprio interno.

Il mondo è cambiato tantissimo da quando abbiamo iniziato. Il "rimanere sul pezzo" oggi sarà basato su parametri totalmente differenti ed ha bisogno di includere le risposte per spostarsi ad esempio verso la finanza decentralizzata, l'identità autocontrollata, e l'Internet delle cose. Tutto questo cambia il funzionamento base del nostro mondo e il modo in cui le persone interagiscono con la tecnologia. Specialmente la "vecchia scuola" nella comunità ha ad esempio tradizionalmente mostrato un certo disprezzo e arroganza verso la blockchain trattandola come un semplice termine in voga che viene scaraventato sulle cose per ingannare gli investitori senza avere altra giustificazione, o come un gioco per trader e speculatori incalliti e moralmente corrotti.

E se ad un certo punto della mia vita sono stato abbastanza sciocco da avere questo punto di vista, sono ora convinto che sarebbe fatale mantenere queste convinzioni oggi per rimanere al passo coi tempi. Lo stesso per l'identità, che ha subito cambiamenti radicali, dovuti al suo accentramento nelle mani di GAFA (Google Apple Facebook Amazon). Qualcosa riuscimmo ad intravedere, insieme ai pericoli dei social. Ma quell'onda ha inghiottito tutti quanti rispondevano con un "basta dire no". Non ha funzionato con Reagan, e non funziona per la comunità del Software Libero, e le nostre risposte positive mancavano di convinzione, attualità e scala.

Ciò che auguro alla FSFE è il coraggio di essere arditi, variegati, controversi e tolleranti negli anni a venire.

Per dirla in modo brutalmente semplice: la FSFE può ora scegliere se rimanere al sicuro nella sua conoscenza della superiorità morale e nel sapere di essere capaci di dire alle persone "te lo avevo detto" quando saranno scottate in futuro. Oppure può audacemente andare dove nessun'altra organizzazione di Software Libero è mai andata finora e accettare attivamente e affrontare questi argomenti di cui avremmo dovuto già avere delle risposte.

Ciò che quindi auguro alla FSFE è il coraggio di essere arditi, variegati, controversi e tolleranti negli anni a venire.

Perché la società ha bisogno di una voce che sia indipendente e con opinioni ben ponderate in queste trasformazioni cruciali che stanno accadendo oggi.

FSFE: Grazie mille!

Informazioni sui "20 anni di FSFE"

Nel 2021 la Free Software Foundation Europe compie 20 anni. Due decadi dedicate a dare agli utenti i mezzi per controllare la tecnologia.

Banner con FSFE 20 years. FSFE since 2001

Il 20ª anniversario è un momento dove vorremmo prenderci una piccola pausa e guardare indietro alla strada percorsa, per riflettere sui traguardi che abbiamo raggiunto, sui successi ottenuti, sulle storie scritte e sulle occasioni che ci hanno fatto incontrare e che ricorderemo sempre piacevolmente. Nel 2021 vorremmo dare uno slancio alla FSFE e ancor di più alla nostra comunità paneuropea. La comunità che costituisce e sempre costituirà le spalle sulle quali il nostro movimento fa affidamento.

20 anni di FSFE significa festeggiare chiunque ci abbia accompagnato in passato o lo sta facendo ancora ora. Grazie per la tua presenza nella struttura odierna della FSFE e per aver gettato le basi della libertà del software per i prossimi decenni a venire.