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Progettazione ecocompatibile: la FSFE chiede dispositivi neutrali e software upcycling

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Come contributo alla revisione della direttiva Europea sulla progettazione ecocompatibile e per aiutare a capire l'impatto dell'obsolescenza software, la FSFE pubblica uno studio sulla sostenibilità del software. Il risultato dello studio culmina in cinque richieste per una digitalizzazione più sostenibile, come l'interazione tra dispositivi, software e infrastruttura.

Nell'Unione Europea notiamo attualmente un grande desiderio di rendere la digitalizzazione più sostenibile, con la Commissione Europea che mira a rendere i prodotti più efficienti per quanto riguarda le risorse, come anche nell'applicare dei metodi per l'economia circolare. La progettazione ecocompatibile del 2009 dovrà a questo proposito essere aggiornata con l' "Iniziativa per i prodotti sostenibili" (Sustainable Products Initiative, SPI) che "mira a rendere più sostenibili i prodotti immessi sul mercato dell'UE". L'iniziativa servirà quindi come principale strumento europeo per la politica dei prodotti, e nello specifico settore elettronico verrà integrata dall' "Iniziativa dell'elettronica circolare" (Circular Electronics Initiative, CEI).

Elettronica circolare, simboleggiata da Arduino Robot Top

"Elettronica circolare", simboleggiata con Arduino Robot Top.jpg di Arduino SA, CC-BY-SA 3.0

Sarà la prima volta che i telefoni e i tablet verranno inclusi nei criteri ecocompatibili del mercato dell'Unione Europea. La CEI richiede direttamente nuove «misure di regolamentazione per l'elettronica e l'informatica includendo i telefonini, i tablet e i portatili nella progettazione ecocompatibile» e affronta tra le varie cose la «carenza nella durabilità, [...] riparabilità, [...] possibilità di aggiornamento, la dismissione [...], il riutilizzo e il riciclo» dei dispositivi.

La Commissione Europea ha intenzione di pubblicare la proposta finale per la nuova SPI per la fine del 2021, e la proposta per la CEI per il secondo trimestre del 2022. Lo scorso agosto diversi giornali d'informazione hanno comunque già pubblicato i dettagli di ciò che ci aspetta dai nuovi criteri ecocompatibili a riguardo dei dispositivi elettronici. Tra le varie cose, è stato scritto in modo coerente da parte di tutti che la Commissione vuole imporre ai produttori di smartphone e tablet la fornitura gratuita per cinque anni degli aggiornamenti di sicurezza e per tre anni di quelli funzionali.

La FSFE richiede il "riciclo creativo" del software

Benché un esteso tempo di supporto sia già un passo in avanti per aiutare la durabilità e la vita utile dei dispositivi, l'obbligo di offrire per diversi anni aggiornamenti di sicurezza e funzionali non è abbastanza per un vero cambiamento verso un più sostenibile (ri-)utilizzo dei nostri dispositivi. Per un cambiamento cruciale, duraturo e sostenibile e per l'estensione della vita utile del nostro hardware, i prodotti devono essere progettati fin dall'inizio tenendo presente la neutralità del dispositivo. Fino a quel momento, comunque, e tenendo in considerazione gli attuali dibattiti sulla progettazione ecocompatibile, la FSFE richiede che venga veramente aperto il riutilizzo circolare dell'elettronica permettendo un upcycling (riciclo creativo) del software. Tale tipo di upcycling sarà possibile obbligando i produttori – alla fine del loro supporto – a pubblicare il codice sorgente del dispositivo con una licenza di Software Libero per tutto il software necessario ad eseguire o modificare le funzionalità di fabbrica del dispositivo.

Il lati negativi nell'estendere l'obbligo di supporto per il software proprietario, anziché aprire direttamente il mercato post-vendita e le possibilità di riutilizzo attraverso la pubblicazione del codice sorgente con una licenza di Software Libero, sono molteplici: quanto dovrebbe essere un tempo di supporto appropriato per i dispositivi elettronici in generale e per gli altri in particolare? È di tre anni, cinque anni, sette anni? La decisione presa oggi sarà ancora valida e attuale alla fine di questo decennio? Ancora peggio, questo approccio fondamentalmente non aiuta a risolvere uno dei problemi principali delle nostre società digitali, che è l'eccesso di rifiuti elettronici di dispositivi che spesso funzionano ancora e che vengono buttati via solo perché un produttore proprietario ha deciso di terminare il supporto al dispositivo. L'obbligo di estensione del supporto non risolve il problema alla radice, ma pospone semplicemente per un certo tempo il (spesso) superfluo accumulo di rifiuti elettronici. Non da ultimo, quest'obbligo toglierebbe ai produttori la libertà di terminare il supporto per un certo dispositivo se, ad esempio, questi non dovesse essere richiesto e venduto a sufficienza.

Internet delle cose -> Fine del supporto -> Pubblicazione del codice sorgente -> Upcycling da parte di terzi -> Seconda vita
Il grafico mostra come l' "upcycling del software" può idealmente aiutare ad prolungare la vita utile e a fare crescere il mercato post-vendita dopo la fine del supporto del produttore originale.

Icone riutilizzate dai sorgenti disponibili su Freepik.com

L'obbligo di pubblicare il codice sorgente di un dispositivo con una licenza di Software Libero alla fine del supporto risolverebbe invece molti di questi problemi alla radice: i produttori possono interrompere il supporto di un certo dispositivo in ogni momento e, invece di svalorizzare i prodotti impattati con la fine del loro supporto, un'azienda del mercato secondario può continuare ulteriormente lo sviluppo e riutilizzare certi dispositivi. Questo non avverrà per via di una legge naturale, ma inizierà quando alcuni dei dispositivi più popolari avranno una seconda possibilità di vita grazie alla pubblicazione del loro codice sorgente come Software Libero. E come possiamo osservare con la crescita di altri mercati, più ciò accadrà e più storie di successo ci saranno, tanti più competitori e imitatori si uniranno ed aiuteranno ulteriormente a creare un mercato del riutilizzo e dell'elettronica circolare. Rilasciare il codice sorgente come Software Libero è quindi il modo più efficace per far spostare la digitalizzazione europea da un mercato di produzione hardware lineare verso dispositivi di elettronica circolare. Puoi trovare altre informazioni sul riciclo creativo del software, la storia e la sua etimologia nel nostro studio approfondito sull'obsolescenza software e sulla sostenibilità del Software Libero che la FSFE è stata in grado di produrre con il supporto dell'agenzia tedesca per l'ambiente.

Studio approfondito sulla sostenibilità del Software Libero

Lo studio inizia con una definizione della sostenibilità del software e da questa mostra come le caratteristiche insite del Software Libero permettano una sostenibilità del software e un impatto positivo sulla sostenibilità delle infrastrutture informatiche. Viene spiegata l'obsolescenza del software e i benefici dell'utilizzo del Software Libero nel salvaguardare le risorse naturali con il prolungamento della vita utile dell'hardware e attraverso il risparmio energetico del software. Infine, basandosi su questi riscontri, vengono delineate cinque richieste politiche per una società digitale più sostenibile:

Per un cambiamento europeo da una produzione lineare, con la relativa produzione di rifiuti elettronici, verso un'economia elettronica circolare, deve essere introdotta la piena neutralità del dispositivo, che include il diritto di utilizzare un sistema operativo e software alternativi con il pieno accesso all'hardware e la libertà di scelta. Fino ad allora, l'upcycling del software aiuterà nella transizione, così come anche l'obbligo per qualsiasi infrastruttura pubblica smart di essere allestita con Software Libero e codice pubblico.

Erik Albers, il responsabile della FSFE per i programmi di sostenibilità, dice: «L'Unione Europea è ormai da troppo tempo in ritardo nell'applicare criteri ecocompatibili per i prodotti elettronici attualmente più venduti, telefonini e tablet. La FSFE apprezza l'iniziativa della Commissione Europea nel finalizzare l'aggiornamento della direttiva europea su questo punto. È ora fondamentale applicarla fin dall'inizio. Il nostro studio spiega nel dettaglio i benefici del riciclo creativo del software, ma può essere solo l'inizio di un lungo processo e di una lunga transizione. Nei prossimi mesi ci concentreremo nello spiegare a chi dovrà prendere le decisioni che possiamo uscire dallo spreco della produzione lineare attraverso l'upcycling del software grazie alla sua pubblicazione finale con una licenza di Software Libero».

Se ti interessa conoscere di più sulla sostenibilità del Software Libero, ti invitiamo a leggere il nostro studio "Sulla sostenibilità del Software Libero" e guardare la traccia della FSFE sulla sostenibilità al prossimo SFSCon. Se vuoi sostenere il nostro lavoro nei prossimi mesi e aiutarci ad influenzare la legislazione, aiutaci con un sostegno finanziario.