Eccezioni alla Router Freedom minano i diritti degli utenti in Italia
Nel 2018 l'Italia ha implementato la Router Freedom. Tuttavia, le decisioni normative del 2019 e del 2023 hanno introdotto eccezioni per le reti in fibra ottica. La Free Software Foundation Europe ha sollecitato l'autorità italiana di regolamentazione delle telecomunicazioni, AGCOM, affinché vengano rimosse queste restrizioni e venga ripristinato pienamente il diritto degli utenti di scegliere i propri dispositivi per connettersi alle reti in fibra ottica.
L'Italia è stata uno dei primi Paesi in Europa a implementare norme specifiche a sostegno della Router Freedom nel 2018. Tuttavia, da allora, l'ente regolatore nazionale AGCOM ha introdotto una serie di eccezioni che minano i diritti della Router Freedom, incidendo negativamente sul diritto dei consumatori di utilizzare i propri dispositivi per connettersi alle reti in fibra ottica. La FSFE ha preparato uno studio sul perché la Router Freedom dovrebbe essere rispettata in Italia, sollecitando l'AGCOM a riconsiderare la sua decisione sulla base dei requisiti europei standardizzati per la Router Freedom.
Eccezioni normative e procedure di certificazione contro la Router Freedom
Nel 2019, gli operatori di telecomunicazioni italiani hanno spinto per una deroga contro la Router Freedom nelle reti in fibra ottica, che l'AGCOM ha confermato. Questa eccezione ha limitato in modo significativo la possibilità per i consumatori di utilizzare i propri modem per connettersi direttamente alla fibra. La decisione dell'AGCOM ha permesso ai fornitori di servizi internet di imporre l'uso di terminali di rete ottica (ONT), con l'eccezione dei router personali in modalità bridge. Nel 2020, BEREC ha stabilito requisiti standardizzati per i regolatori nazionali per valutare la effettiva libertà di applicare la Router Freedom. Tuttavia, il regolatore italiano non ha rivalutato la sua decisione. Al contrario, i Paesi Bassi e il Belgio si sono impegnati a garantire il diritto di Router Freedom per tutti i tipi di rete, seguendo i criteri di valutazione proposti dal BEREC.
Nel 2022, la Router Freedom ha affrontato un'altra battuta d'arresto in Italia durante una causa antitrust decisa dall'autorità italiana per la concorrenza AGCM. Al più grande operatore di telecomunicazioni del Paese, TIM, è stato chiesto di consentire l'utilizzo di apparecchiature terminali di altri fornitori di servizi internet nella sua rete in fibra. Sebbene questo impegno potrebbe stabilire la Router Freedom nel paese, TIM ha proposto una procedura di certificazione per qualsiasi dispositivo che volesse connettersi alla rete dell'operatore. I costi delle procedure di certificazione - però - erano proibitivi (circa 100.000 euro) e TIM richiedeva che il dispositivo fosse certificato nuovamente dopo ogni aggiornamento del software. Tuttavia, nel 2023, l'autorità italiana per le telecomunicazioni ha omologato questo accordo antitrust, riducendo i costi di certificazione. Questi schemi di certificazione sono contrari alla neutralità della rete e all'apertura di Internet, perché creano barriere per gli utenti finali nell'utilizzo delle apparecchiature di loro scelta. Ad esempio, l'autorità di regolamentazione olandese ACM ha deciso nel 2021 di opporsi a qualsiasi tipo di procedura di certificazione obbligatoria o di lista nera di dispositivi contro i produttori di router, chiedendo ai fornitori di servizi internet del Paese di rendere la rete interoperabile con qualsiasi router che sia conforme alle normative UE sui dispositivi.
La libertà dei router è importante – anche per l'Italia
La FSFE ha preparato uno studio che spiega perché sia necessario che l'AGCOM rivaluti la sua posizione rispetto alla libertà delle apparecchiature terminali. Abbiamo sostenuto che l'ente regolatore italiano dovrebbe applicare le linee guida BEREC sull'NTP per decidere in merito. Paesi come il Belgio e l'Olanda hanno seguito questa procedura e non hanno riscontrato alcuna necessità tecnologica di limitare la Router Freedom nei rispettivi paesi. Lo studio conclude che consentire agli utenti finali di scegliere e utilizzare le proprie apparecchiature terminali favorisce i loro interessi in materia di privacy, protezione dei dati e sicurezza. La libertà delle apparecchiature terminali è inoltre fondamentale per la concorrenza leale, l'innovazione del mercato, l'interoperabilità tecnica e la sostenibilità digitale.
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