Un PC nella tua tasca: Librem 5, un telefono Software Libero
Su Librem 5 gira il totalmente convergente PureOS, che significa che è possibile portare il proprio desktop nel proprio telefono. Il suo ambiente grafico dedicato, Phosh, sta diventando un'opzione popolare per i telefoni Linux. Guido Günther, uno dei principali sviluppatori di Purism, ci svela i dettagli sullo sviluppo del software di Librem.
Avere un telefono Software Libero dà il controllo del proprio dispositivo. È possibile ottenere un livello più alto di protezione della privacy, e si possono finalmente evitare le app che prima si era costretti ad usare. Significa anche che spesso è possibile tenere il dispositivo per più tempo, e proteggere l'ambiente riducendo i rifiuti elettronici.
Quando si decide di passare ad un sistema operativo composto da Software Libero, le opzioni sono di installare un nuovo sistema sul telefono attuale o acquistare un telefono con un sistema operativo Software Libero preinstallato.
Quest’ultimo è chiaramente la via più semplice, e Librem 5 di Purism può essere la soluzione per te. Esce dalla fabbrica con PureOS, un sistema operativo Software Libero che viene fornito con Phosh, il suo elegante ambiente grafico. Anche progetti come postmarketOS, Mobian e Debian hanno inserito Phosh, permettendo di usarlo su altri dispositivi e contribuendo alle patch.
Guido Günther è uno dei principali sviluppatori di Phosh (e un sostenitore della FSFE!) e ha gentilmente accettato di parlarci del software, di come si adatta all'ecosistema Librem 5 e dei suoi vantaggi.
Fani Partsafyllidou: Vorrei iniziare con una domanda di base, di cosa ti occupi a Purism?
Guido Günther: Non è semplice rispondere, ma ci provo: sto per lo più lavorando al telefono Librem 5. Sono stato coinvolto con la scheda iniziale per far funzionare Linux sul dispositivo scrivendo driver per il dispositivo e componenti a livello utente. Dal momento che ci serviva un'interfaccia grafica e un compositore grafico, ho lavorato con altri nella squadra anche su questo. Phosh è nato in questo modo.
Lavoro anche per migliorare PureOS, la distribuzione Linux basata su Debian che funziona sui telefoni e sui computer portatili. Il nostro obiettivo è quello di migliorare gli ecosistemi del Software Libero per dispositivi mobili (come gli smartphone) in generale, e Librem 5 in particolare.
Fani: Su Librem 5 gira PureOS, giusto?
Guido: Sì. Come tutti i prodotti di Purism, su Librem 5 gira PureOS, che è un sistema operativo basato su Debian che è personalizzato per adattarsi ai dispositivi di Purism in modo che sia comodo per gli utenti finali. Ha anche l'approvazione di FSF.
Fani: E cosa fa Phosh?
Guido: Phosh è l'interfaccia grafica, l'ambiente con cui si interagisce sul telefono. È formato da diversi componenti:
- il compositore Wayland, phoc, è responsabile di disegnare le cose sullo schermo, sfrutta la libreria wlroots per fare questo;
- poi c'è la tastiera a schermo chiamata squeekboard;
- infine c'è la shell stessa, che è responsabile per cose come il blocca schermo, le notifiche, gli elementi dell'interfaccia grafica sulla barra superiore e inferiore, le impostazioni veloci, ecc. Si basa sul toolkit gimp e altri componenti di GNOME desktop. Qui si può trovare una panoramica.
Inizialmente stavamo per chiamare “Phosh” solo la shell grafica, ma la comunità si è affezionata al nome e ha identificato come “Phosh” l'intera esperienza mobile che si basa su (phosh + phoc + squeekboard + tutti i componenti GNOME), quindi il nome è rimasto quello per tutto.
Fani: Su quali telefoni gira Phosh?
Guido: Phosh è stato inizialmente sviluppato per il Librem 5, ma è anche utilizzato da tutti i tipi di dispositivi mobili che possono eseguire Linux, come i Pinephone originali e il Pinephone Pro. È utilizzato anche su dispositivi su cui precedentemente girava Android, ma ora possono anche eseguire Linux, come i dispositivi OnePlus. Le persone lo utilizzano anche su tablet e computer portatili su cui gira Linux. L'utilizzo principale è comunque certamente sugli smartphone che eseguono Linux.
Vale la pena notare che Phosh non è limitato a PureOS. PostmarketOS, ad esempio, lo prevede. È in Debian, e, per quanto ne so, anche in Fedora, Manjaro e molte altre distribuzioni Linux.
Molto spesso quando si vedono screenshot di telefoni su cui gira Linux, è probabile che sia in esecuzione Phosh. Ecco qualcuno che lo esegue su un cutiepie, e qui qualcuno che esegue Phosh (usando postmarketOS) su un Poco F1, che prima era un telefono Android.
Phosh è molto spesso usato da persone che utilizzano i loro telefoni basati su Linux come "autista personale", fondamentalmente come loro unico smartphone. Siamo molto contenti di questo.
Fani: Ho visto riferimenti sulla sostenibilità in Librem 5. Alla FSFE abbiamo anche a che fare con la sostenibilità nel software. Cosa intendi tu per tecnologia sostenibile? Quali ritieni siano le sue principali sfide?
Guido: Per me, la tecnologia che viene prodotta con la sostenibilità in mente consente all'utente di sostituire software e parti hardware e di poter riparare il dispositivo per un lungo periodo di tempo senza attrezzature speciali.
Ci sono molteplici sfide. Ad esempio, sul lato software, è necessario assicurarsi che il kernel e lo userspace non includono componenti non liberi, che è utile anche per motivi di privacy. Altrimenti si potrebbe arrivare al fine vita del prodotto perché non si è in grado di aggiornare alle versioni più recenti che correggono falle di sicurezza. Questo accade di tanto in tanto con i dispositivi Android. Gli utenti scoprono che non possono passare a un kernel più recente dal momento che i bit non liberi rilasciati solo in forma binaria che sono necessari per far funzionare il dispositivo sono disponibili solo per i kernel più vecchi.
Trovare o scrivere driver di Software Libero può essere molto impegnativo, soprattutto quando si tratta di cose complesse come la GPU, in quanto questi dispositivi sono molto complessi. Lo stesso discorso vale per i componenti software nello stack della fotocamera. Ma avere driver liberi è un requisito per la sostenibilità.
Sul lato hardware, ci si vuole assicurare che le parti siano facilmente sostituibili, che venga usata meno colla possibile e che le parti possano essere sostituite sostanzialmente con un cacciavite. Questo è ciò che accade in Librem 5.
Ci sono limiti alla sostenibilità. Ad esempio, per decodificare i video in modo efficiente dal punto di vista energetico, c'è bisogno che l'hardware lo supporti, poiché farlo con la CPU richiede troppa batteria. Quando un nuovo standard video emerge sul web, non è sempre possibile decodificarlo in modo efficiente. Il dispositivo continuerà a funzionare, ma potrebbe semplicemente non essere più utile.
Fani: Tornando agli utenti di Librem 5 e all'adattabilità software: quali sono i migliori hackeraggi che le persone hanno creato per un telefono Librem 5?
Guido: La cosa che viene in mente non è qualcosa che chiamerei un hackeraggio, in quanto è un caso di uso previsto, ma una delle cose più incredibili è che si può trasformare il telefono in un "portatile" utilizzando un dock. Quindi fondamentalmente puoi prendere il tuo telefono e collegarlo a un proiettore: ho fatto interventi a conferenze in questo modo. Oppure è possibile collegarlo a un "dock" e diventa un portatile-schermo+tastiera, e aggiungendo un monitor usb-c puoi trasformarlo in un PC a tutti gli effetti.
Le persone hanno utilizzato il proprio Librem 5 come un hotspot per fornire la connessione all'intera rete di casa quando c'era un disservizio sulla loro linea cablata, o come un altoparlante dal momento che i propri computer portatili avevano una cattiva qualità audio, e hanno reindirizzato l'audio del computer sul telefono tramite pulseaudio.
Dal momento che non si è limitati da alcun mezzo ed è possibile installare qualsiasi software, ci sono possibilità illimitate. Sono così abituato al fatto che tutto sia possibile che attualmente mi è difficile pensare a cose "cool" perché tutto è già così naturale.
Fani: In che modo la convergenza, la capacità cioè di avere praticamente lo stesso sistema operativo in telefoni e computer portatili, come in PureOS, va a beneficio dello sviluppo software?
Guido: Poiché stiamo riutilizzando molti componenti esistenti, beneficiamo della stabilità delle soluzioni di Software Libero già esistenti, oltre ad essere in grado di restituire un contributo. Ad esempio, le librerie libhandy e libadwaita sono ora parte di GNOME e utilizzate da molte applicazioni.
Utilizzando sostanzialmente gli stessi componenti per tutti i dispositivi aiuta ad evitare di sviluppare le stesse cose due volte, una per il mobile e una per desktop. Consente alle persone con conoscenza del desktop Linux di trovarsi subito a proprio agio, soprattutto quando si tratta della configurazione. Inoltre consente loro di contribuire più facilmente perché è lo stesso strato di tecnologia.
Sviluppatori, utenti e amministratori di sistema possono utilizzare su tutti i dispositivi gli stessi strumenti di risoluzione dei problemi che conoscono, come wireshark, perf e sysprof. E, se si trova un bug e lo si risolve da una parte, l'altra parte ne beneficia direttamente. È proprio lo stesso software con gli stessi sorgenti. Per quanto riguarda gli utenti, passare da uno all'altro diventa molto facile, in quanto il software sarà loro già familiare.
Fani: Come nota a margine vorrei chiederti di Bonn. Sei attivo nel gruppo locale della FSFE di Bonn da molti anni. Ti ricordi di qualche attività locale divertente?
Guido: Infatti, una delle ultime cose divertenti è quando siamo passati agli incontri online tramite BigBlueButton a causa della pandemia. Nei meeting potevano partecipare vecchi amici di Düsseldorf che altrimenti non l'avrebbero fatto alle riunioni in presenza a causa della distanza.
Lo stand della FSFE a FrosCon, un evento sociale spesso occupato da persone del gruppo di Bonn, è di solito un momento importante. Sono contento che il prossimo FrosCon sia di nuovo in presenza. Tuttavia, al momento non sono super attivo nel gruppo locale, soprattutto a causa di mancanza di tempo.
Gli incontri locali della FSFE erano spesso composti da brevi interventi su argomenti diversi che di solito costituiscono la parte migliore dal momento che vengono coinvolte più persone, e molto spesso porta nuove persone. Spero che li riprenderemo quando la situazione pandemica si sarà stabilizzata. Molte persone, compreso me stesso, si sentono meno inclini a preparare interventi quando vengono fatti "solo" online.
Fani: Lavori nello sviluppo di Software Libero e sei coinvolto nella FSFE. Cosa ti mantiene motivato quando si tratta di sostenere la libertà del software e la FSFE?
Guido: È davvero motivante per me il fatto che possiamo arrivare ad un punto in cui le persone possono utilizzare come loro telefono o laptop principale un dispositivo composto solo da Software Libero. Migliorare questo mi tiene motivato dal lato dello sviluppo. Non possiamo avere democrazie libere senza Software Libero, quindi fare qualsiasi altra cosa non è tempo ben speso. È anche un motivo per cui la FSFE è importante, dal momento che è fondamentale parlare di questo alla gente e spingere i responsabili delle decisioni ad abbracciarlo.
Iniziative Software Libero per telefoni
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- La nostra intervista con lo sviluppatore di Plasma Mobile Bhushan Shah.