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20 anni di FSFE: intervista con Nico Rikken sulle attività del team nazionale

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Nella quinta pubblicazione sul nostro anniversario intervistiamo Nico Rikken e ci focalizziamo sul team nazionale della FSFE dei Paesi Bassi. Nella nostra chiacchierata puoi anche vedere come funziona un team nazionale della FSFE. E se non c'è un team nazionale nel tuo paese, questa è un'ottima opportunità per vedere come formarne uno.

Nico Rikken, ingegnere elettronico e programmatore, è uno dei coordinatori del team nazionale della FSFE dei Paesi Bassi. Il suo interesse per la tecnologia, combinato con il suo apprezzamento per la comunità e la sua avversione per il controllo centralizzato, lo ha portato nella FSFE nel 2014. Da allora, ha aiutato la FSFE con le sue conoscenze tecniche ed ha contribuito oltremodo alla formazione della comunità. Con questa intervista, non solo potrai conoscere Nico Rikken, ma anche il team nazionale olandese della FSFE.

Intervista con Nico Rikken

FSFE: Ti ricordi il primo contatto avuto con la FSFE? Come si è evoluta da allora?

Nico Rikken: Ricordo la maggior parte delle mie "prime" volte con la FSFE. Precisamente, il primissimo contatto è stato visitare il sito web della FSFE e diventare un Fellow (al tempo era il modello). Ma dopo questo incontro abbastanza formale, cercavo un contatto più informale e l'appartenenza ad una comunità. Ho quindi ancora ottimi ricordi di quando Felix Stegerman, l'allora vice coordinatore dei Paesi Bassi, mi ha invitato al gruppo utenti Linux Nijmegen per conoscersi l'un l'altro e sapere di più sulla FSFE. Fino a quella sera il mio impegno nel Software Libero era un coinvolgimento solitario, e questo è cambiato proprio quella sera. Grazie a Felix, sono diventato parte di una più ampia comunità di persone affini.

Il banchetto della FSFE al T-Dose. Paesi Bassi, 2016.
Fino a quella sera il mio impegno nel Software Libero era un coinvolgimento solitario, e questo è cambiato proprio quella sera. Grazie a Felix, sono diventato parte di una più ampia comunità di persone affini.

Più tardi quell'anno ho partecipato alla mia prima conferenza sul Software Libero, T-Dose, e qualche mese dopo al mio primo FOSDEM. Da lì la mia avventura con la FSFE si è sviluppata con eventi, banchetti, presentazioni, eventi della comunità, sforzi politici e incontri con sempre più membri della comunità lungo la strada fatta. Nel 2019, André ed io abbiamo preso le redini del coordinamento da Maurice Verheesen e Felix con l'obiettivo di dare un nuovo impulso al gruppo locale. Il nostro gruppo sta crescendo con sostenitori attivi e molteplici attività in corso, del quale sono orgoglioso di farne parte.

Insieme ad André Ockers coordini il team nazionale della FSFE nei Paesi Bassi. Puoi descriverci un mese tipico in termini di attività e coinvolgimento all'interno della comunità?

Dall'inizio della pandemia, l'incontro online mensile è diventato il momento che tiene vivo il team nazionale olandese. L'assenza del tempo per gli spostamenti fisici ci ha permesso di incontrarci più frequentemente ed avere un'ottima partecipazione. Prima ci incontravamo al centro dei Paesi Bassi al NLLGG Linux User Group, ma ciò richiedeva di viaggiare e quindi la partecipazione era abbastanza bassa. Durante i nostri incontri online, discutiamo di varie tematiche, da notizie recenti e riscontri personali, ad opportunità più strategiche per presentare i temi del software Libero e gli sforzi attuali. André ed io agevoliamo facendo da ponte con il resto della FSFE e con altre organizzazioni.

Negli ultimi mesi abbiamo visto una crescente richiesta per l'autonomia digitale nei Paesi Bassi seguita da sviluppi positivi a riguardo della Libertà del Router. Come vedi questi sviluppi? Che ruolo ha giocato il team nazionale olandese della FSFE?

Sono molto preoccupato dalla mancanza dell'adozione di Software Libero e Open Hardware nei Paesi Bassi, nell'intera Europa e in tutto il mondo. Ci affidiamo sempre più ai sistemi informatici piuttosto che agli umani. Questa automazione porta a molti benefici, ma al costo del rischio di perdere trasparenza, perdere la privacy ed avere un controllo centralizzato. Con l'utilizzo su larga scale dei servizi cloud, IA e algoritmi, e con una crescita dei cyber attacchi, sempre più persone si rendono conto della necessità di soluzioni migliori e di più regolamentazione. Vedo il Software Libero, gli Standard Aperti e l'Open Hardware come via per migliorare la stessa tecnologia e le strutture sociali ad essa relative, e quindi credo che abbiamo bisogno di una loro adozione più ampia e che essi abbiano bisogno di diventare una priorità per i nostri governi.

Nico Rikken, il coordinatore del team della FSFE dei Paesi Bassi, parla del Software Libero nel settore pubblico olandese al Still Hacking Anyway. Paesi Bassi, 2017.
Vedo il Software Libero, gli Standard Aperti e l'Open Hardware come via per migliorare la stessa tecnologia e le strutture sociali ad essa relative, e quindi credo che abbiamo bisogno di una loro adozione più ampia e che essi abbiano bisogno di diventare una priorità per i nostri governi.

La problematica dei Paesi Bassi (cittadini, aziende e governo) nell'affidarsi troppo a fornitori e soluzioni specifiche non è nuova ed è stata discussa molte volte negli ultimi anni. In questa direzione, questo resoconto del Cyber Security Council olandese è semplicemente un'altra richiesta di cambiamento. Dal momento che questo resoconto proviene da un'organizzazione vicina al governo e che viene richiesta un'azione urgente, dovremmo vedere alcune nuove azioni da parte di aziende e governo. I PM olandesi sono generalmente a favore dell'adozione degli Standard Aperti e del Software Libero, ma in pratica non è nella lista delle priorità e quindi il governo non è tenuto a darne un'applicazione concreta. Il ruolo del team nazionale è abbastanza limitato in questo ambito. Rijk Ravestein ha scritto un articolo di revisione del resoconto suggerendo l'adozione del Software Libero come soluzione concreta a questa problematica. Al di fuori dell'articolo, abbiamo parlato con vari enti governativi sul tema del Software Libero per evidenziare le opportunità e per discutere modi per migliorare la situazione. Trovo che sia importante non solo seguire criticamente gli sviluppi ma, dove possiamo, essere costruttivamente attivi nelle discussioni.

Il tema della libertà del router è un po' diverso. La campagna sulla Libertà del Router ha fatto sì che i nostri membri guardassero da vicino la situazione nei Paesi Bassi. André ha scritto agli Internet Service Provider (ISP) a riguardo delle loro pratiche, e Kevin Keijzer ci ha informato di come la libertà del router ha funzionato per lui a livello pratico. Kevin ha documentato alcuni dei suoi riscontri nella propria pagina wiki. La Libertà del Router nei Paesi Bassi non era così male nel concreto, ma ora vengono attuate garanzie più solide. Credo che la libertà, già applicata nella pratica, derivi dalla comunità high-tech dei Paesi Bassi che aveva già installato il proprio router anziché quello fornito dall'ISP. Queste nuove ulteriori garanzie formali possono essere attribuite alla pressione fatta dalla FSFE in Europa, e non al team nazionale olandese. La FSFE ha contribuito alle linee guida BEREC sull'implementazione del regolarmento per un'Internet aperta, che sono state citate come ragione per le nuove regole. Nei Paesi Bassi, abbiamo perso l'opportunità della consultazione sulle nuove regole dal momento che non era nel nostro giro di notizie. La consultazione è stata per lo più un'opposizione da parte degli ISP alle nuove regole, ma nonostante questo le regole sono state inserite in accordo alle linee guida BEREC.

Quali sono stati secondo te le attività più gratificanti o i più grandi successi del team olandese?

È difficile rispondere a questa domanda perché le nostre attività sono state diverse e alcune sono state in collaborazione con persone al di fuori del team nazionale. Credo che il nostro più grande successo sia stato il livello di traduzione del sito web della FSFE e del materiale di marketing. André è stato un tenace traduttore e, insieme ad altri preziosi contributi da parte altri membri della comunità, abbiamo ora la maggior parte del materiale informativo e delle notizie in olandese, per una maggiore portata e una maggiore influenza.

Credo che il nostro impatto maggiore sia stato il nostro coinvolgimento con la recente causa promossa da Jos van den Oever a riguardo dell'avere il codice sorgente dell'app Debat Direct. Non era esattamente uno sforzo del team nazionale, ma siamo stati coinvolti e abbiamo anche avuto supporto dalla FSFE. La sentenza finale non ha portato alla pubblicazione del codice sorgente, ma attraverso questa causa Jos ha mostrato che il codice può essere richiesto tramite una Freedom Of Information (FOI). Il successo dipenderà dalla situazione specifica e dall'implementazione nazionale specifica della direttiva UE. Ispirato da questa richiesta, Daniel Joffe ha anche presentato una richiesta per il codice sorgente e sono abbastanza sicuro che questa non sarà l'ultima richiesta legale per il codice sorgente nei Paesi Bassi.

La FSFE in un campo hacker non-profit. Paesi Bassi, 2017.

Quali diresti che siano i fattori principali che rendono difficile o facilitano l'avanzamento del Software Libero nei Paesi Bassi?

Prendete le mie risposte cum grano salis, dal momento che provengono da convinzioni personali e generalizzazioni. Penso che per iniziare sia stata utile la diffusa comunità high-tech dei Paesi Bassi. Ci sono una miriade di amministratori di sistema e di programmatori che valutano il controllo della tecnologia da una prospettiva "fai da te", e quindi hanno un'insita preferenza per il Software Libero, per gli Standard Aperti e per le soluzioni che proteggono la privacy dell'utente. Questo gruppo segue sviluppi o regolamentazioni e le offerte delle aziende con occhio critico su forum come Tweakers o podcast tecnologici che aiutano a portare avanti la discussione sulle tematiche trattate dalla FSFE. C'è anche un gruppo più piccolo ma attivo che condivide le nostre preoccupazioni da una prospettiva etica non tecnica mettendo in discussione la nostra dipendenza dalla grandi aziende tecnologiche e le violazioni della privacy che solitamente ne derivano. Entrambi i gruppi spostano il dibattito sul controllo e la sovranità digitale dell'utente verso e spingendo i politici, il governo e le azienda nella giusta direzione.

Credo che questa visione critica sulla tecnologia sia più forte a livello dell'Unione europea, dove questi paesi si allineano e favoriscono un'azione più strategica per la quale il Software Libero ha molto senso.

Forse il nostro principale fattore è la nostra partecipazione all'Unione europea, dal momento che mi sembra che l'Unione europea abbia più capacità di sviluppare politiche per proteggere i diritti civili e regolamentare le infrastrutture digitali. A livello nazionale questa argomentazione non guadagna voti nelle elezioni, quindi non se ne discute in pubblico. In parlamento c'è anche una mancanza generale della conoscenza della tecnologia e dei suoi costrutti sociali per mettere in discussione la politica attuale e svilupparne una nuova. Ho l'impressione che una gran parte delle soluzioni informatiche nei Paesi Bassi siano incentrate su fornitori statunitensi. E così le norme che impediscono alle aziende di memorizzare informazioni private negli Stati Uniti sono considerate un fardello per le aziende, piuttosto che una buona salvaguardia per il pubblico. La mia impressione è che è più comune in Francia e Germania mettere in discussione offerte da venditori statunitensi e preferire offerte nazionali. Questi regolamenti non si riferiscono direttamente all'adozione del Software Libero, ma penso che mettere in discussione l'etica delle offerte e valutare il pieno controllo digitale siano le basi morali che si adattano bene al Software Libero. Credo che questa visione critica sulla tecnologia sia più forte a livello dell'Unione Europea, dove questi paesi si allineano e favoriscono un'azione più strategica per la quale il Software Libero ha molto senso. Per questo penso che l'Unione Europea stia promuovendo anche il Software Libero nei Paesi Bassi.

Come le persone possono iniziare a partecipare al team olandese? Puoi condividere alcuni esempi di come i membri esistenti hanno conosciuto il team nazionale della FSFE dei Paesi Bassi?

Il modo più semplice è quello di partecipare alla conversazione su XMPP o al nostro incontro online e allinearsi lì con i nostri sforzi. Abbiamo una mailing list, ma in pratica viene utilizzata solo per le segnalazioni. Poiché siamo tutti volontari, penso che sia importante che i nostri sostenitori facciano quello che amano fare. La maggior parte di noi ha i propri argomenti e impegni sui quali lavora, e il team nazionale è un modo per allinearsi e ottenere supporto. Come con qualsiasi lavoro, formulare passi concreti e delegare il lavoro ad altri può essere una sfida. Penso quindi che ci sia un'opportunità per una maggiore collaborazione tra i sostenitori su determinati argomenti e spero che il team crescerà in futuro quando avremo più esperienza di lavoro insieme.

Ho chiesto in giro e sembra che le nostre vicende di unire il team nazionale siano molto simili. Le persone in qualche modo hanno guadagnato interesse per il Software Libero e hanno trovato la FSFE come la parte designata a sostenere questi valori in Europa. Poi hanno scoperto il team nazionale olandese, sono entrati nella mailing list e hanno partecipato a un incontro in presenza. André ha anche incontrato Felix al Linux Nijmegen dal momento che si trovava vicino, ma per Kevin che vive dall'altra parte del paese la conferenza T-Dose è stata la prima volta in cui ha incontrato fisicamente la comunità. Se c'è qualcosa da evidenziare, credo che sia l'importanza di far sapere alla gente che esisti come team locale, l'importanza di essere aperti ai nuovi arrivati, e l'importanza di rendere facile partecipare agli incontri della comunità.

Stand della FSFE al NLLGG ad Utrecht. Paesi Bassi, 2019.

Quali sono le vostre raccomandazioni per gli altri che vogliono avviare attività locali per la FSFE? Anche se il team nazionale olandese della FSFE era già formato quando ha iniziato a parteciparvi, potresti raccontarci alcune delle prime attività che sono state svolte?

In primo luogo, penso che sia bene conoscere cosa distingue la FSFE da altre organizzazioni. Nei Paesi Bassi, ci sono vari altri gruppi con persone simili o addirittura le stesse, come un gruppo di utenti Linux, una comunità Debian, l'organizzazione dei diritti digitali Bits of Freedom, e molteplici spazi hacker. Anche se alla FSFE parliamo molto di tecnologia, l'attenzione della FSFE è informare le persone e portare dei cambiamenti politici. Di conseguenza, la nostra comunità ha un obiettivo diverso da altre comunità di Software Libero dei Paesi Bassi, e conoscere la differenza può aiutare a distinguersi e interessare persone simili. Non so esattamente come sia iniziata nei Paesi Bassi, ma il comportamento che solitamente vedo con la formazione di nuovi gruppi è quello di iniziare con persone affini che già si conoscono, informare della propria presenza a comunità correlate, e poi iniziare a fare riunioni aperte, e da lì far crescere il team.

Negli ultimi anni, abbiamo sperimentato questo tipo di percorso di crescita nei Paesi Bassi. C'era già un gruppo nazionale che comunicava via mail e chat, e avremmo poi avuto uno stand e un meeting nazionale alla conferenza annuale T-Dose. Altre attività sono state organizzate principalmente quando è sorta l'opportunità. Abbiamo aumentato la frequenza dei nostri contatti con uno stand al meeting bimestrale NLLGG a Utrecht, dove alcuni dei nostri sostenitori sarebbero stati presenti, e abbiamo avuto l'opportunità di incontrare persone a noi affini. Gli incontri online ci permettono di trascorrere più tempo per crescere e allineare il nostro gruppo locale e permettere a molte di persone a partecipare alla conversazione. Alcune persone hanno partecipato ad un solo incontro, che credo sia una cosa che vada bene in quanto era ancora un buon modo per incontrarsi, e queste relazioni potrebbero essere utili in futuro. E da questi incontri sono cresciute nuove idee per le attività. Solo recentemente abbiamo iniziato ad avere un'agenda più formale e verbali delle nostre riunioni, dal momento che spesso avremmo avuto più cose di quelle che il tempo a disposizione ci avrebbe permesso di discutere.

Non pensate che il nostro relativo successo sia l'esecuzione diretta di un piano avanzato ben organizzato. Far crescere una comunità è molto più un processo iterativo basato su apprendimento e riscontri. I nostri sostenitori si attivano perché vogliono fare la differenza nel mondo, e noi dobbiamo trovare i modi che ci si adattano meglio. Personalmente mi piace fare le cose un passo alla volta, facendo un cambiamento o facendo una attività e vedere dove ci porta. In questo modo, abbiamo sviluppato il nostro modo di fare le cose e abbiamo guadagnato un sacco di esperienza con una varietà di attività. Diciamo che vogliamo scrivere una lettera ai politici, allora abbiamo un lavoro precedente che è lì per un potenziale riutilizzo, e sappiamo già quale supporto possiamo aspettarci dal core team della FSFE, e di quale parte invece dobbiamo preoccuparci noi stessi.

Incontro dei coordinatori europei ad Essen. Germania, 2015.
Non pensate che il nostro relativo successo sia l'esecuzione diretta di un piano avanzato ben organizzato. Far crescere una comunità è molto più un processo iterativo basato su apprendimento e riscontri.

Le nostre attività sono state molto diversificate. C'è naturalmente uno sforzo continuo per tradurre materiale informativo. Abbiamo scritto ai politici nazionali e locali in più occasioni basandoci su vari sviluppi e articoli. Abbiamo partecipato a più consultazioni su leggi e policy e offerto la nostra esperienza sul Software Libero al governo. Abbiamo tenuto stand alla conferenza annuale T-Dose e incontri bimestrali al NLLGG. Abbiamo distribuito i volantini della FSFE in un'università e in una biblioteca. Abbiamo tenuto delle presentazioni sul Software Libero. Abbiamo aiutato a organizzare una Giornata per la libertà educativa e il campo hacker SHA. Abbiamo organizzato un privacy café all'Università Erasmus per educare gli studenti sulle soluzioni per proteggere la propria privacy. Abbiamo ospitato un Freedomvote per le elezioni nazionali. E siamo stati coinvolti nel caso del tribunale per il codice sorgente di Debat Direct. Dalla diversità di argomenti e metodi, è evidente che le attività sono state scatenate da opportunità o interessi dei nostri membri della comunità. Le campagne della FSFE ci aiutano a dare priorità e a concentrare i nostri sforzi su uno specifico argomento, ma non ci sentiamo costretti a seguire solo le campagne. Ho scoperto che la politica richiede soprattutto una forte organizzazione perché i temi possono diventare grandi abbastanza rapidamente. Idealmente, si vuole giocare in quel periodo di attenzione e quindi si deve agire in fretta. Anche la politica ruota intorno ai cicli elettorali e così ogni paio di anni si deve iniziare tutto da capo spiegando ai politici perché il Software Libero sia una scelta di buonsenso e perché dovrebbe essere inserito nella loro agenda.

In che modo sei stato coinvolto la prima volta con il Software Libero?

Da piccolo ho trascorso molto tempo sul computer, sperimentando vari software anche come momento creativo. Essendo un bambino ho iniziato principalmente con software gratuito che veniva dato in dotazione con il proprio computer o con la propria stampante. Con l'arrivo del download illimitato da Internet, la scelta è ricaduta su altro software. Ho imparato a riguardo dell'importanza degli standard aperti e dell'accesso al software perché avevo incontrato situazioni in cui non potevo più aprire i miei file dal momento che il software non era più utilizzabile a causa dell'incompatibilità del sistema operativo o della scadenza della versione di prova. Utilizzando vari software gratuiti nel corso del tempo ho scoperto che il Software Libero era generalmente il meglio, non avendo fastidiosi annunci pubblicitari o spyware, ed in genere era ben documentato. Ho imparato il valore del Software Libero e degli Standard Aperti nel modo più complicato, da un punto di vista pratico, e quindi la prima volta non è stata molto esplicita.

Una volta iscritto all'Università, studiando ingegneria elettrica, ho imparato di più sulla programmazione e su come i computer vengono costruiti. Ma durante quel periodo ho anche imparato di più sulla privacy e sulla sicurezza, e come la mia privacy veniva effettivamente violata da un sacco di servizi che stavo utilizzando. Essendo tecnicamente istruito, è stato chiaro a me che per garantire la privacy e la sicurezza a lungo termine era necessario il controllo sulla tecnologia e quindi sul software che si usa. Questo ragionamento mi ha portato a scoprire la filosofia che sta dietro il Software Libero. Il valore del Software Libero era a quel punto così logico che mi sono chiesto perché non l'avessi scoperto prima. Non solo per via delle sue implicazioni pratiche, ma anche per la sua filosofia. Ho percepito che il Software Libero avesse bisogno di più promozione alle persone, ed è per questo che mi sono unito alla FSFE, per sostenere il suo sforzo nella promozione di questo buonsenso.

«Alla mattina abbiamo ricevuto una chiamata da Matthias Kirschner nella quale ci chiedeva di portare i 'Bügel' (gli appendiabiti) per appendere le le T-shirt allo stand. Normalmente io e Maurice riuscivamo a capire il tedesco, che avevamo imparato nella scuola secondaria, ma quella volta abbiamo completamente fallito...»

Puoi raccontarci una delle storie che ancora ti scaldano il cuore o che ti fa sempre ridere o sorridere quando la riporti alla mente?

Mi viene sempre da ridere quando penso alla volta che ho visitato l'Open Rhein Ruhr con Maurice nel 2016. Se ricordo correttamente, abbiamo ricevuto una chiamata la mattina da Matthias Kirschner nella quale ci chiedeva di portare i 'Bügel' (gli appendiabiti) per appendere le T-shirt allo stand. Normalmente io e Maurice riuscivamo a capire il tedesco, che avevamo imparato nella scuola secondaria, ma quella volta abbiamo completamente fallito. Maurice nella conversazione capì che la parola "Bügel" significava ferro da stiro ("Bügeleisen"), assumendo che le T-shirt fossero stropicciate e dovessero essere stirate. Siccome Matthias ne aveva chiesti due, Maurice mi ha chiesto di portare anche il mio. Così entrambi abbiamo aggiunto i nostri ferri da stiro al bagaglio e siamo partiti. Solo quando siamo arrivati allo stand abbiamo capito del disguido comunicativo e ci siamo fatti una grande risata. Abbiamo postato questa memorabile fotografia sul blogpost di Max Mehl.

Come ultima domanda, cosa auguri alla FSFE per i prossimi 20 anni?

Vorrei che la FSFE guadagni più sostenitori locali attivi. Penso che la FSFE si distingua da altre organizzazioni per gli argomenti che affronta, e mi piacerebbe vedere ogni nazione europea avere un gruppo locale fecondo per presentare gli argomenti a livello nazionale. In un mondo che utilizza per lo più lo stesso software e che è legato dalle stesse direttive UE, le basi delle nostre attività saranno probabilmente simili in tutti i paesi. Ma ogni paese ha una lingua diversa, un sistema politico diverso, valori e norme differenti, e altre differenze. Avendo una forte rappresentanza locale, la FSFE può essere "unita nella diversità" (il motto dell'UE) e essere più efficace nel portare dei cambiamenti. Vorrei augurarlo anche perché ho passato dei bei momenti nel far parte della FSFE e di un gruppo locale, e penso che ci siano un sacco di persone che la pensano allo stesso modo che lo apprezzerebbero. Auguro quindi che altri sostenitori possano far parte di un gruppo locale e fare anche esperienza del valore della comunità.

Penso che la FSFE si distingua da altre organizzazioni per gli argomenti che affronta, e mi piacerebbe vedere ogni nazione europea avere un gruppo locale fecondo per presentare gli argomenti a livello nazionale.

FSFE: Grazie mille!

Per ulteriori informazioni su Nico Rikken, puoi leggere la sua intervista che si focalizza sugli aspetti tecnici del Software Libero e dell'Open Hardware come la sostenibilità e la scalabilità. Ti potrebbe anche interessare il post nel suo blog di come il gruppo dei Paesi Bassi sia cresciuto durante il Covid.

Informazioni sui "20 anni di FSFE"

Nel 2021 la Free Software Foundation Europe compie 20 anni. Due decadi dedicate a dare agli utenti i mezzi per controllare la tecnologia.

Banner con la scritta 20 years - FSFE since 2001

Il 20ª anniversario è un momento dove vorremmo prenderci una piccola pausa e guardare indietro alla strada percorsa, per riflettere sui traguardi che abbiamo raggiunto, sui successi ottenuti, sulle storie scritte e sulle occasioni che ci hanno fatto incontrare e che ricorderemo sempre piacevolmente. Nel 2021 vorremmo dare uno slancio alla FSFE e ancor di più alla nostra comunità paneuropea, la comunità che ha costituito e sempre costituirà le spalle sulle quali il nostro movimento fa affidamento.

20 anni di FSFE significa festeggiare chiunque ci abbia accompagnato in passato o lo sta facendo ancora ora. Grazie per la tua presenza nella struttura odierna della FSFE e per aver gettato le basi della libertà del software per i prossimi decenni a venire.