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Brevetti software in Europa

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I brevetti software minacciano gli standard finanziari internazionali

7 Aprile 2005

La European Information & Communications Technology Industry Association (EICTA) raggruppa 32 associazioni di imprese del settore ICT di 24 paesi europei, oltre a 48 imprese aderenti. La EICTA rappresenta più di 10.000 imprese europee, più di 2 milioni di lavoratori e più di 200 miliardi di reddito. L'associazione è forte sostenitrice della monopolizzazione delle idee nel campo del software. Il presidente di EICTA, Rudy Provoost, proviene dalla Philips Consumer Electronics, dove è Senior Vice President e Amministratore Delegato.

Egregio Sig. Provoost,

il Consiglio Europeo e la Commissione Europea spingono per l'introduzione dei brevetti software in Europa, con modalità che fanno temere per la solidità delle radici democratiche delle istituzioni europee.

La sua associazione, la European Information & Communications Technology Industry Association (EICTA), ha sostenuto fermamente questo orientamento in passato, sostenendo l'argomentazione che "dobbiamo poter proteggere le nostre innovazioni".

Siamo pienamente d'accordo con questa necessità, ma se lei crede che i brevetti software aiutino a proteggere l'innovazione, forse non è bene informato. Conseguenza dei brevetti software non è la protezione dell'innovazione, ma il suo arresto, come sottolineato da Bill Gates nel 1991 in un documento interno alla Microsoft:

"Se la gente avesse capito come ottenere brevetti quando la maggior parte delle idee di oggi sono state concepite e li avesse ottenuti, oggi l'industria sarebbe completamente bloccata"

Questa posizione mostra che i brevetti sul software sono inevitabilmente dei monopoli sulle idee astratte.

Così, se Pitagora avesse scoperto il suo teorema al giorno d'oggi, in un regime di brevetti software, gli sarebbe sicuramente stato riconosciuto un monopolio legale su di esso, che lo avrebbe messo in grado di poter scegliere arbitrariamente le condizioni a cui gli altri possono usare la sua idea.

Il software di norma incorpora letteralmente migliaia di idee astratte: in un regime di brevetti software, ognuna di queste sarebbe monopolizzabile e costituirebbe un limite invalicabile per i concorrenti. Ecco perché Bill Gates ha detto anche:

"Una nuova impresa che non detiene brevetti propri sarà obbligata a pagare qualsiasi prezzo che i giganti del settore decideranno di imporre. Questo prezzo potrebbe essere alto: le imprese presenti sul mercato hanno tutto l'interesse ad escludere nuovi concorrenti"

In altre parole: i brevetti software sono uno strumento anti-concorrenziale, che rappresenta un peso per l'innovazione, un ostacolo la cui altezza può essere regolata a piacere per far inciampare imprese già affermate, come la Philips, ma anche nuovi innovatori.

Nelle nostre precedenti lettere aperte abbiamo spiegato che i brevetti software hanno un costo in termini di posti di lavoro e di forza economica dell'Europa. Oggi vorremmo sottolineare come questi rappresentino una minaccia per gli standard internazionali di rendicontazione finanziaria (International Financial Reporting Standards, IFRS) [1]: tutte le idee su cui si basano questi standard vengono implementate sotto forma di software, quindi risulterebbero brevettabili. Gli effetti riguarderebbero tutte le imprese europee quotate in borsa, che dal 2002 sono soggette all'adozione degli IFRS.

Se controlla nel database dell'ufficio brevetti e marchi statunitense (USPTO), scoprirà che esistono già centinaia di brevetti su idee software che hanno a che fare con espressioni come "contabilità" o "rendiconto finanziario". Uno di questi riguarda un sistema "per la pianificazione e le decisioni finanziarie" [2], ed è detenuto dalla American Express Financial Corporation (Amex), un'impresa che conosciamo bene per la sua attività nel campo delle carte di credito, meno per quella nel software innovativo.

Se in Europa venissero legalizzati i brevetti software, l'Amex potrebbe scegliere arbitrariamente quale azienda produttrice di software sarebbe autorizzata a implementare gli IFRS, o altri standard simili. Ovviamente stiamo ipotizzando che nessuno dei concorrenti di Amex abbia interesse a bloccare questa strategia e usi un suo brevetto su un'altra idea per bloccare lo sviluppo.

Inoltre, visto che i sistemi informatici hanno molte componenti in comune, e visto che i metodi per rendere sicuro un sistema sono limitati, il software sviluppato in un regime di brevetti sarebbe tendenzialmente meno sicuro.

Gli europei spesso guardano agli Stati Uniti per avere consigli in campo economico; questa volta, l'Amministratore Delegato di Computer Associates, John Swainson, ha dato un messaggio molto chiaro: l'Europa farebbe bene a non introdurre i brevetti software [3].

Il diritto d'autore rappresenta un mezzo di tutela molto efficace per il software, ma per tutelare un'innovazione usando il diritto d'autore è necessario prima realizzarla, cosa che non avviene necessariamente per quanto riguarda i brevetti. Ecco perché speriamo che l'EICTA si opponga all'introduzione dei brevetti software: "dobbiamo poter proteggere le nostre innovazioni".

Cordiali Saluti

Georg Greve
Presidente
Free Software Foundation Europe (FSFE)
fsfe.org

[1] http://en.wikipedia.org/wiki/Ifrs

[2] US Patent 6,430,542: Computer-implemented program for financial planning and advice system

[3] http://www.ftd.de/tm/it/1110009214683.html?nv=sl